Il Papa a Saxa Rubra rafforza la Meloni: intesa perfetta governo-Santa Sede
Non sfugge che questa visita sia giunta dopo il rinnovamento dei vertici Rai, con la fuoriuscita del vecchio ad Carlo Fuortes, in rotta con Palazzo Chigi
Papa Francesco, dopo le nuove nomine si reca in Rai. L'ad Sergio: "Evento storico"
È la prima volta che un Pontefice si reca alla Rai e precisamente presso la sede di produzione di Saxa Rubra, a Roma Nord. L’evento è stato tenuto nascosto fino all’ultimo e così ieri, improvvisamente, i dipendenti dell’Ente televisivo si sono visti materializzare Papa Francesco, oltretutto appena il giorno prima dato indisposto secondo quanto comunicato dal Segretario di Stato Pietro Parolin.
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Il Papa non si è recato per benedire la struttura dopo le recenti tensioni dovute al suo rinnovamento ai vertici ma per registrare una intervista che sarà trasmessa domenica prossima e cioè il 4 giugno. L’evento era già programmato per marzo scorso ma fu dovuto rimandare a causa della malattia del Pontefice. L’intervista è contenuta nel programma della Cei, “A Sua immagine”, condotto da Lorena Bianchetti.
I vertici di viale Mazzini hanno dichiarato:
"La presenza di papa Francesco negli studi della Rai è un evento storico per l'azienda e un momento di grande intensità e significato. Il Santo Padre ha la capacità di toccare il cuore di tutti noi, credenti e non credenti, con la sua straordinaria empatia e la forza del suo messaggio e di valori universali come la pace, la carità, l'inclusione. Ricorderemo con vera emozione questo momento". Così il presidente Marinella Soldi e il nuovo l’amministratore delegato Roberto Sergio. Non sfugge che questa visita sia giunta proprio dopo il rinnovamento dei vertici Rai, con la fuoriuscita del vecchio ad Carlo Fuortes, da tempo in rotta con il governo, e la nomina del nuovo, appunto Sergio e del direttore generale Giampaolo Rossi, mentre ancora resiste –scalciando- la Soldi.
Papa Francesco alla Rai: ecco perchè la sua visita ha un significato politico
La presenza del Papa nella sede di produzione della Rai è quindi da interpretare, conoscendo Bergoglio, come un endorsement ulteriore nei confronti di Giorgia Meloni e del suo governo. La storia dei loro rapporti è segnata da una iniziale incomprensione che poi si è evoluta, come spesso avviene, in una ottima sintonia lasciando basita la sinistra che credeva nella favola del “Papa progressista”. In realtà Bergoglio -da argentino- è un peronista e il peronismo è caratterizzato proprio da una difficile collocazione politica oscillando tra vicinanza al popolo e tematiche tradizionaliste.
La sinistra si era illusa che il Papa fosse dalla sua parte soprattutto riguardo le tematiche dei migranti e forse all’inizio era così.
Ma tutto è cambiato da quando Giorgia Meloni è stata ricevuta in Vaticano proprio ad inizio di quest’anno. Le consonanze sono via via aumentate. Il presidente del Consiglio, nella sua autobiografia “Io sono Giorgia”, del 2021, aveva dichiarato la sua simpatia per Papa Giovanna Paolo II e per Papa Benedetto XVI, due conservatori. Mentre aveva appunto espresso alcuni cauti dubbi su Papa Francesco. Ma poi tutto è cambiato. Non solo il Papa ha dato ragione alla Meloni sul fatto che l’Italia non può gestire il problema da sola ma anche su diverse altre tematiche si registra grande sintonia.
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Basti pensare all’utero in affitto o gravidanza surrogata. Il cardinal Zuppi che la Meloni proseguono d’amore e d’accordo. Oppure il caso di Emanuela Orlandi in cui Fratelli d’Italia ha abbassato i limiti temporali di indagine per la Commissione di inchiesta, da quattro a soli due anni. Un’altra misura a favore del Vaticano. Dicevamo della Sinistra sperduta e basita. Una ulteriore dimostrazione di una classe politica incapace anche di interpretare il fondamentale rapporto con la Chiesa cattolica, per mancanza di intelligenze adeguate.
La Meloni invece ha le idee chiare: come Augusto conquista e pacifica.