Politica
L’asse strategico Meloni-Papa Giorgia "regina bianca" nell’incontro con Papa
Giorgia Meloni e Papa Francesco asse strategico: dai migranti alla natalità e...
L’asse strategico Meloni-Papa Francesco
I rapporti tra Giorgia Meloni e Papa Francesco erano iniziati all’insegna della cautela e di una sostanziale diffidenza. Leggendo la biografia della premier, “Io sono Giorgia”, uscita nel maggio 2021, si può apprendere come la Meloni fosse legata molto di più alle figure di Papa Wojtyla e Papa Ratzinger rispetto a quella di Papa Bergoglio. Ed era normale. Il Papa polacco era stato il Papa della sua adolescenza e colui il quale aveva contribuito non poco alla sconfitta del comunismo sovietico, mentre Benedetto è stato un Papa conservatore.
Bergoglio le risultava più sfuggente e a pelle più lontano dai suoi ideali. Infatti il Papa argentino è di matrice peronista ed il peronismo è una corrente politica che non permette una immediata classificazione negli usuali termini di destra / sinistra. Questa origine ha ingannato molto anche la sinistra che pensava di avere a che fare con un Papa progressista mentre così non è.
Asse Giorgia Meloni-Papa Francesco: migranti, guerra Ucraina, natalità e...
Francesco è appunto un peronista e del movimento fondato da Juan Domingo Peron possiede tutte le caratteristiche nell’agire sociale. Papa Bergoglio è un conservatore sotto mentite spoglie. Ma per arrivare a questa conclusione la premier ha dovuto metterci tempo e solo ad inizio di quest’anno, dopo il primo incontro avvenuto in Vaticano, la situazione è cambiata. La Meloni ha fatto venire fuori la vera natura di Bergoglio ed i due, da allora, sono andati d’amore e d’accordo. Il primo tema che ha visto una concordanza di intenti è stato quello dei migranti. Il Papa è stato chiaro: questo è soprattutto un problema della Unione e non solo dell’Italia. Un aiuto inaspettato che ha messo in crisi Ursula von der Leyen ma soprattutto i rapporti con Macron e la cattolica Francia.
La guerra ucraina è stato un altro tema di concordanza che è andato sviluppandosi con il tempo. La scelta della premier di schierarsi senza se e senza ma a fianco di Kiev e contro Mosca, in una ottica pienamente atlantica, ha addirittura trainato l’inziale titubanza di Bergoglio fino ad avvicinarlo, pur nella dichiarata “neutralità”, a una posizione occidentale. Poi è stata la volta del tema della natalità con la Meloni e Papa Francesco ospiti al forum organizzato agli Stati Generali organizzati all’Auditorium di via della Conciliazione e siamo alla cronaca attuale.
Migranti e natalità sono due assi strategici dei rapporti tra Palazzo Chigi e il Vaticano. Nel frattempo però non sono mancati chiari segnali di collaborazione e di concordanza. Uno recentissimo, che data solo ieri, è l’emendamento che il gruppo di Fratelli d’Italia al Senato ha chiesto per limitare a soli due anni, rispetto ai quattro iniziali previsti, il tempo a disposizione per la commissione bicamerale per indagare sul caso di Emanuela Orlandi, l’adolescente di soli 15 anni, cittadina vaticana, misteriosamente scomparsa nel giugno del 1983. Ce ne siamo occupati qui Ricordiamo che nella vicenda è stato tirato in mezzo anche Papa Giovanni Paolo II a causa delle dichiarazioni del fratello Pietro Orlandi. Non è sfuggito il rapido supporto che FdI ha voluto fornire al Vaticano dimezzando i tempi a disposizione della commissione per terminare le indagini.
Poi c’è da considerare che i rapporti personali tra Giorgia Meloni e Papa Francesco sono ottimi. Basta guardare le immagini di ieri con la premier che scherza affettuosamente con il Papa. Premier, peraltro, vestita completamente di bianco violando il rigido protocollo vaticano che permette alle donne di indossare quel colore solo se sono mogli di re cattolici.