Il Pd sta sparendo, crollo iscritti alle primarie. Al Sud è quasi irrilevante
Si conta di arrivare a 200 mila entro il 12 febbraio, la metà rispetto a due anni fa. Il netto calo nelle regioni meridionali
Pd, i numeri allarmanti e Cuperlo denuncia irregolarità: "Vigileremo"
Il Pd, dopo mesi di discorsi e preparazioni varie, va verso le primarie per eleggere il nuovo segretario al posto di Enrico Letta, ma i numeri sono impietosi. Gli iscritti alle primarie - si legge su Repubblica - in due anni si sono quasi dimezzati. Il Pd, ad oggi, conta 150 mila iscritti, che potrebbero salire a 200 mila. In forte calo rispetto ai 320 mila del 2021. Per ora il dato è parziale. Il regolamento congressuale infatti ha previsto l’adesione fino a ieri alle 12, però con una eccezione per i militanti storici, ovvero quelli che hanno la tessera dem del 2021. Per loro è possibile tesserarsi fino al congresso nel loro circolo, quindi dal 4 al 12 febbraio. Con un prolungamento ulteriore al 19 febbraio per Lombardia e Lazio, dove si vota per le regionali. Non è solo però la caduta del numero dei militanti a preoccupare i Dem.
Se Emilia Romagna (la regione di tre dei quattro sfidanti: De Micheli, Schlein e Bonaccini) ha tenuto, così come Toscana, Piemonte e Lombardia, nel Mezzogiorno - prosegue Repubblica - il Pd rischia l’irrilevanza. A mano a mano che emerge la fotografia del tesseramento, questa è la prima impressione: un flop nelle regioni meridionali. Intanto la spinta dei candidati, insieme con l’altra competizione per i nuovi segretari regionali, sta giocando con un effetto traino. Però modesto. Schlein aveva lanciato un appello via social per il tesseramento «per votare nella prima fase del congresso, la più bella, quella in cui non si tratta di mettere una X accanto a un nome, ma di andare nei circoli dove si discutono le mozioni e le candidature". Cuperlo denuncia: «Ci sono arrivate notizie di un tesseramento un po’ dilatato in Campania, quindi vogliamo vederci chiaro".