Il primo problema del governo di Giorgia Meloni? La liaison con Calenda-Renzi

Renzi vuole svuotare completamente Forza Italia e sostituirsi ad essa: per farlo manda il “serpente” Calenda a tentare con la mela Eva Meloni

Di Giuseppe Vatinno
Matteo Renzi e Carlo Calenda
Politica

Eva Meloni e la perdita dell’innocenza: gli screzi con il Cavaliere e il pericolo Renzi


L’offensiva di Carlo Calenda su Giorgia Meloni è la prima vera grana politica che il premier si trova ad affrontare. Calenda le offre una bella mela avvelenata e la tentazione è difficilissima da superare.

Per capirlo occorre riavvolgere il nastro. Il rapporto tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi è stato sempre molto difficile, a partire da quel 2012 quando lei, Ignazio La Russa e Guido Crosetto lasciarono il Popolo della Libertà – alla cui guida c’era Berlusconi - e fondarono Fratelli d’Italia. Prima che a lei qualcosa di simile era accaduto a Gianfranco Fini che nel 2010 aveva fondato Futuro e Libertà, dopo il celebre “che fai? Mi cacci?” rivolto da Fini al Cavaliere.

Il destino di Fratelli d’Italia è stato però molto diverso da Futuro e Libertà che è scomparso nel nulla insieme ai transfughi. Il caso di FdI è un caso da manuale perché quasi mai chi lascia la terra natia trova fortuna in politica.

Per dire dei rapporti tesi tra l’allora giovane politica e Berlusconi basta pensare che nel 2009 girò anche un video su un presunto insulto che B. avrebbe rivolto a Giorgia Meloni – allora ministra della Gioventù - durante il Congresso nazionale del Pdl. L’audio è inattendibile è probabilmente la parola è stata fraintesa ma il fatto che l’opinione pubblica la ritenesse plausibile dà la misura della tensione presente tra i due.

Detto questo spostiamoci ad ottobre di quest’anno per avere contezza di un altro forte scontro tra la leader di FdI e il Cavaliere - anche a livello personale - quando una fotografia di appunti di Berlusconi con relativi giudizi non lusinghieri su di lei riaccese le polemiche al che la Meloni rispose “io non sono ricattabile”.

Si trattava del caso di Licia Ronzulli, che Berlusconi voleva imporre a tutti i costi nell’esecutivo. Ci fu una riappacificazione formale ma da allora Forza Italia, quando può, si mette di traverso in Aula – vedi ad esempio il superbonus edilizio -, soprattutto al Senato dove, guarda caso, c’è proprio la Ronzulli come capogruppo.

Tutta questa ampia premessa ci serve solo a capire che i rapporti tra la Meloni e Berlusconi sono ampiamente e storicamente deteriorati.

Ed ora torniamo al presente e all’offensiva politica di Calenda che ha capito bene la situazione e si sta incuneando tra FdI e FI per scalzare quest’ultima. Infatti il colloquio che ha avuto martedì scorso a Palazzo Chigi, quando ha portato le proposte del Terzo Polo per la finanziaria, è stato considerato dai vertici degli azzurri come un chiaro segnale di ostilità.

Berlusconi, ma soprattutto Tajani, sanno benissimo che il duo Calenda-Renzi sta cercando di sostituire FI e dal canto suo la Meloni ha facile gioco nel brandire il fatto come minaccia nei confronti di Arcore. Ora c’è da capire quanto – a sua volta - il primo ministro voglia fare sul serio e quanto invece voglia lasciare la cosa al livello di minaccia potenziale.

Tuttavia non sfugge che Calenda è solo un “misso dominico”, sebbene lui non se ne accorga, del suo “Signore”, e cioè di quel Matteo Renzi che comunque la si voglia vedere è – insieme alla Meloni - il più abile dei politici italiani in circolazione.

Infatti la visione strategica del senatore toscano è quella di svuotare completamente Forza Italia e di sostituirsi ad essa e per farlo manda il “serpente” Calenda a tentare con la mela Eva Meloni. L’occasione è ghiotta è presenta per lei indubbiamente una possibilità di tenere a bada il Cavaliere con la minaccia “Terza Polo”. Ma il pericolo per lei non è certo Calenda ma Renzi, che è riuscito a far cadere addirittura Giuseppe Conte che aveva fatto fuori nell’ordine Salvini, Di Maio e Grillo.

L’obiettivo di Renzi è chiaro: sostituire Forza Italia e poi fare fuori Calenda dopo averlo utilizzato. Ma il rischio per la Meloni è quello appunto della “perdita dell’innocenza” dopo aver resistito quasi cinque lunghi anni all’opposizione farebbe il suo primo compromesso e gli elettori l’hanno votata proprio perché “pura”, una sorta di eroina, una Giovanna d’Arco, che tiene dritta la barra e alta la schiena.

Cedendo alle lusinghe del Terzo Polo domerebbe Berlusconi ma si metterebbe in casa un ospite assai pericoloso e l’unico vero politico abile rimasto in circolazione: Matteo Renzi, che qualche guaio serio glielo provocherebbe di sicuro.

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