Italia-Ue, compromesso per il sì ai biocarburanti. Che cosa cediamo in cambio

Ok al Mes e riforma delle pensioni "soft" per ottenere l'ok ai biocarburanti

Di Alberto Maggi
Giorgia Meloni riceve Ursula von der Leyen a Palazzo Chigi
Politica

Italia-Ue, a trattare in gran segreto sono i ministri Fitto e Pichetto Fratin

La partita è delicatissima. Secondo fonti della maggioranza di Centrodestra ci sono di mezzo in prospettiva centinaia di migliaia di posti di lavoro. La partita è quella dei biocarburanti che l'Italia vorrebbe inserire tra quelli consentiti dopo lo stop a benzina e diesel dal 2035 ma per ora da Bruxelles i segnali sono negativi. A trattare in gran segreto sono due ministri: Raffaele Fitto (Affari europei) e Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente ed Energia)

A fare da front runner sulle agenzie di stampa ci pensa il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini, che anche oggi ha dichiarato: “La fermezza dell’Italia garantisce un’altra possibilità di sopravvivenza ai motori a combustione, anche dopo il 2035. Ora è necessario più coraggio. L’approccio ideologico della Commissione si è limitato ad aprire agli e-fuel, confidiamo che gli esperti sappiano dimostrare anche la piena sostenibilità dei biocarburanti. In questo senso va letta la posizione del nostro governo a Bruxelles: non è ancora sufficiente e siamo determinati affinché prevalga la ragionevolezza. Gli obiettivi restano sempre gli stessi: difesa dell’ambiente, tutela del lavoro, protezione delle imprese. E l’anno prossimo, con il voto, ci saranno nuovo Parlamento e nuova Commissione: la partita non è finita”.



Gli e-fuel, cioè il carburante sintetico, era l'obiettivo della Germania (molto avanti tecnologicamente) che si è quindi sfilata dalla battaglia portata avanti dall'Italia. I biocarburanti sono invece di fatto tutti i tipi di scarti in senso lato che potrebbero essere utilizzati al posto di benzina e diesel e di cui il nostro Paese è certamente all'avanguardia. Ma - spiegano fonti della maggioranza - "come sempre quando si tratta dell'Italia la strada è in salita". Di mezzo c'è il debito pubblico altissimo e non solo. Infatti sono già arrivati alcuni segnali negativi come quello sulla terza tranche del Pnrr da 19 miliardi di euro in ritardo.

"Ci tengono per le palle, ma combattiamo", spiegano dal Centrodestra. La premier Giorgia Meloni non intende arrivare al punto di utilizzare il diritto di veto, possibilità che esiste sulla carta, ad esempio sulla riforma del Patto di Stabilità o su altri dossier, anche per non mettere a rischio, appunto, i fondi del Pnrr. Ma la partita dei biocarburanti per il sistema economico-produttivo italiano è fondamentale. E quindi, probabilmente, si potrebbe arrivare a qualche compromesso. L'Unione europea potrebbe rivedere la sua posizione in cambio di qualche concessione da parte dell'Italia.



Quali? Prima fra tutte la ratifica del Mes, con Roma che è rimasto l'unico Paese a non dare il via libera finale. Poi c'è certamente il tema dei migranti, sul quale ovviamente Meloni non molla ma ha accettato all'ultimo Consiglio europeo il rinvio di fatto di ogni decisione a giugno (mentre gli sbarchi continuano quotidianamente a migliaia). E infine, altro punto chiave, le riforme. Ad esempio quella delle pensioni. All'Europa non piace affatto Quota 41, che in particolare la Lega vorrebbe introdurre dal 2024 per evitare il ritorno alla Legge Fornero.

Il compromesso potrebbe essere una riforma "soft", come il mantenimento di Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi), proprio per tenere sotto controllo il debito pubblico. Rinunci e sforzi per salvare l'industria dell'automotive italiana con l'ok di Bruxelles ai biocarburanti. Trattative in corso, segretissime, e partita molto, molto complicata. Ecco perché in particolare Fitto non rilascia mai interviste e comunica solo con pochissime note ufficiali e scarne. Ogni parola fuori luogo potrebbe rovinare il difficile lavoro sottotraccia e dietro le quinte.

Tags:
biocarburantigoverno europatrattative europa italia auto