L’affaire Giambruno aiuta Salvini. Tra i due litiganti (FdI-FI) il terzo gode
Europee, Meloni si sposta al centro e la Lega ne approfitta
Non a caso sulle pensioni si deve registrare un riavvicinamento di Giuseppe Conte e Matteo Salvini
In questi tempi di baruffe consistenti si sta muovendo molto bene il Capitano.
Da tempo si è tirato fuori dalla mischia ed osserva quello che sta accadendo dentro la sua maggioranza. Infatti da quanto è venuto fuori l’affaire Giambruno Fratelli d’Italia e Forza Italia se le stanno dando di santa ragione. E ad un politico così scaltro come lui non è sfuggita la possibilità di rafforzarsi nella coalizione, facendo da paciere e moderatore dei toni.
Sullo sfondo c’è naturalmente la competizione politica della prossima estate, le Europee, che si giocherà con una legge pienamente proporzionale che porta ogni partito a fare gioco a sé, spesso ai danni dei propri alleati, regola che vale a destra come a sinistra.
E se si pensa che Fratelli d’Italia insiste, sostanzialmente, sullo stesso bacino di elettori si può capire come la faccenda sia molto seria.
Del resto quando Salvini fece con Grillo il governo giallo – verde la Meloni si ritirò sorniona all’opposizione, almeno a livello nazionale, prendono un bel po’ di consensi -e ribaltando le proporzioni- proprio alla Lega che invece era al governo.
Si sa, chi è all’opposizione ha le mani libere e può dire e promettere tutto quello che vuole, mentre chi è al governo ha delle responsabilità istituzionali, nazionali e internazionali, che non gli permettono divagazioni di sorta.
La Meloni per governare ha dovuto spostarsi al centro, divenire atlantista, e flirtare con Washington e Bruxelles, pena la sua defenestrazione con immediato richiamo al suo passato “fascista”.
Ma così facendo ha lasciata sguarnita tutta l’aria a destra, che Salvini, prontamente, si è mosso da tempo per rioccupare.
Non per niente al tradizionale incontro post vacanze di Pontida che organizza la Lega l’ospite d’onore è stata Marine Le Pen e questo proprio mentre la Meloni si avvicinava al PPE, il Partito Popolare Europeo nella ricerca di un accordo, che peraltro ancora non si trova.
Manovra che non è certo sfuggita allo zoccolo duro dei suoi elettori pronti a passare armi e bagagli di nuovo verso la Lega.
Ma a parte schermaglie tattiche si delinea -anche e soprattutto- una vera e propria strategia.
Non a caso sulle pensioni si deve registrare un riavvicinamento di Giuseppe Conte e Matteo Salvini –che si sono tornati a parlarsi dopo molto tempo- e questo ai danni degli alleati del Pd e di FdI.
La tempesta mediatica che si è abbattuta su Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, Striscia la Notizia e Mediaset ha visto Salvini osservare –come dicevamo- il tutto dall’esterno, permanendo in una sorta di soave serenità buddista che gli altri contendenti non possono certo permettersi.
In questo modo qui il leader leghista ha riacquistato il controllo –per ora tattico- della coalizione del centro – destra, perché ha sapientemente costruito una sorta di “opposizione” in maggioranza che gli permetterà di drenare voti su voti per le Europee.
Nel frattempo i suoi alleati si stanno logorando in una estenuante guerra “a bassa frequenza”, se ci si passa il termine divenuto di moda proprio grazie all’affaire Giambruno.
E se ci sarà un rimpasto, sicuramente i ministri leghisti aumenteranno.
Insomma, Salvini per ora è il vero vincitore di questa incredibile guerra scoppiata a ciel sereno.