La Manovra del governo ha ricompattato le opposizioni. Ecco la strategia

Pd, M5S, Sinistra Italiana-Verdi pronti a scendere in piazza con Cgil e Uil

Di Alberto Maggi
da destra a sinistra: Carlo Calenda, Giuseppe Conte, Matteo Renzi, Elly Schlein
Politica

Affaritaliani.it anticipa la strategia delle opposizioni contro il governo sulla manovra

 

Un risultato la Legge di Bilancio 2024 del governo Meloni lo ha ottenuto: sta ricompattando le opposizioni, divise su molti temi fino a prima del via libera del Cdm alla manovra. La strategia della minoranza, dentro e fuori il Parlamento, sarà prima di tutto attaccare sulle promesse elettorali mancate, come ha scritto Affaritaliani.it subito dopo il varo della Finanziaria. In primis la riduzione generalizzata delle tasse, che invece è solo molto parziale, l'aumento delle pensioni (ridotta all'osso), e anche la riforma previdenziale, ben lontana da quella Quota 41 sbandierata in campagna elettorale.

Non solo. L'affondo sarà anche sulla sanità (tre miliardi di euro sono pochissimi visto lo stato disastroso di ospedali e pronto soccorso, oltre alla medicina di base sul territorio), sulle forze dell'ordine (ci sono solo i fondi per il turn over ma nessuna nuova assunzione, nonostante il Centrodestra abbia puntato molto sul fronte sicurezza), sulla scuola (che resta in sostanza senza soldi), sugli enti locali che non hanno aiuti e molti comuni sono in grave crisi e riducono i servizi ai cittadini, sulla mancanza di una strategia per combattere l'evasione fiscale. E, ovviamente, continuerà l'affondo sui ritardi e le incertezze del Pnrr (grazie anche alla sponda di Paolo Gentiloni da Bruxelles). Una linea che dalle prime dichiarazioni potrebbe unire in Parlamento e nel Paese Pd, Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana-Verdi, Azione e su alcuni temi anche Italia Viva di Matteo Renzi.

Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli si stanno preparando a partecipare al quasi certo sciopero generale che organizzeranno entro fine anno la Cgil e la Uil (la Cisl è molto più morbida con il governo). Altro fronte d'attacco sarà la non emendabilità da parte della maggioranza della manovra, di fatto l'esecutivo esautora il Parlamento. La strada verso il famigerato campo largo è molto, molto lunga e complicata, ma questa Legge di Bilancio aiuta e favorisce le forze di opposizione a cercare di ritrovare una linea comune. Anche sul salario minimo, ormai bocciato dal duo Meloni-Brunetta, e sul dossier Pnrr, con molti comuni che non hanno ancora visto un euro.

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