Lega, Fedriga segretario e congresso dopo l'estate? Malessere al Nord
Dopo il flop dei referendum e i risultati delle elezioni comunali, nel Carroccio si agitano i potenziali rivali di Salvini
Lega: Giorgetti viene definito "sconsolato e demoralizzato"
Tutti coperti fino ai ballottaggi del 26 giugno con un impegno particolarmente forte su Verona per cercare di evitare lo smacco di un'altra grande città veneta, dopo Padova, guidata dalla sinistra. La vecchia Lega del Nord, quella che in Veneto e in diverse zone della Lombardia (in particolare nelle province alpine a nord della regione) ragiona all'indomani del flop elettorale e del fallimento dei referendum sulla Giustizia. La sensazione è quella di un partito che non condivide le decisioni principali che vengono prese in totale autonomia dal segretario.
Emblematico il caso del superconsulente Antonio Capuano, che voleva portare Matteo Salvini in Russia, e che è letteralmente sbucato dal nulla, tanto che perfino i due vicesegretari Lorenzo Fontana (che è anche responsabile esteri del Carroccio) e Andrea Crippa, uomo macchina, non ne sapevano assolutamente niente. Ma ciò che colpisce maggiormente parlando con chi in qualche modo rimpiange la vecchia Lega bossiana e federalista (o secessionista) è lo scoramento dei militanti. "Quando facciamo i gazebo molta gente, che in passato aveva simpatia per noi, ci dice che non siamo più credibili. Questo fa male e demoralizza i militanti", confida ad Affaritaliani.it chi per tanti ha combattuto nella Liga Veneta per l'autonomia da Roma. In alcuni casi addirittura i referenti leghisti locali, scelti dai commissari, raccontano, non hanno nemmeno rinnovato la tessera e non fanno attività politica per il partito.
Il malessere c'è, innegabile. Come la preoccupazione di moltissimi deputati e senatori che, visto anche il taglio dei parlamentari che scatterà con le prossime elezioni politiche, non torneranno in Parlamento. La cosiddetta ala governativa per il momento non esce allo scoperto - i ben informati raccontano che il ministro Giancarlo Giorgetti, numero due della Lega, sia "sconsolato e demoralizzato" - ma qualcosa potrebbe accadere molto presto. E quel qualcosa, potenzialmente dirompente, è un congresso federale che potrebbe tenersi dopo l'estate, tra settembre e ottobre e comunque prima di scegliere le candidature per le Politiche.
Cresce soprattutto al nord-est la voglia di confrontarsi e di discutere di temi, di dossier e di azione politiche. Ma qualcuno, anzi, più di qualcuno, parla anche di una verifica sul segretario, "visto che dall'estate del Papeete ad oggi in quasi tre anni il partito è passato dal 35 al 15%". E non si può far finta di niente. Tutti danno atto a Salvini che sul straordinario lavoro quando ha preso la Lega quasi scomparsa dopo le gestione Roberto Maroni facendola diventare il primo partito italiano alle Europee del 2019 sbarcando anche in zone d'Italia dove era impensabile anche prendere il 2%. Ma i tempi sono cambiati e gli errori ormai sono tanti. Troppo spazio alle posizioni euroscettiche o anti-Green Pass, troppi zig zag e cambi di rotta, troppi scivoloni.
Ma chi potrebbe sostituire Salvini alla guida della Lega? Non Giorgetti, sicuro. Poteva farlo dopo Maroni e ha sempre detto di no. Non ha la voglia e nemmeno le caratteristiche per diventare segretario. Tra i governatori l'unica figura stimata tra i parlamentari (è stato capogruppo alla Camera) e con una posizione moderata ed europeista che non spaventa i mercati e l'Europa è quella di Massimiliano Fedriga. Il Governatore del Friuli Venezia Giulia ha sempre detto di non pensare a ruoli di politica nazionale, ma in molti - non solo in Veneto - parlano di lui come l'uomo del fare, di una nuova Lega pragmatica e concreta, che recuperi lo spirito autonomista e federalista e che si stacchi dalle frange della destra europea come l'imbarazzante alleanza con i tedeschi di Afd.
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