Legge Severino, con riforma Cartabia politico che patteggia potrà ricandidarsi

E' quanto afferma il Viminale con un parere del Dipartimento per gli Affari Interni e gli Enti locali. E c'è già il primo caso

di redazione politica
Paola Severino
Lapresse
Politica

Legge Severino, grazie alla Riforma Cartabia i politici che patteggiano tornano candidabili

I politici che saranno condannati dopo un patteggiamento potranno nuovamente candidarsi per il Parlamento o nei Comuni e Regioni. Lo ha stabilito il ministero dell’Interno con un parere del Dipartimento per gli Affari Interni ed Enti Locali che risale al 15 marzo scorso.

Secondo il Viminale, che si è rivolto anche all'Avvocatura dello Stato, la riforma Cartabia riducendo gli effetti extrapenali del patteggiamento ha inciso anche sulla incandidabilità prevista dalla legge Severino determinando la "abrogazione tacita" di questa norma. Non si tratterebbe, dunque, di una scelta politica del governo Meloni, ma della semplice applicazione di una norma prevista nella riforma Cartabia che è entrata in vigore a inizio anno.

Il centrodestra, comunque, ha già fatto sapere che è nelle sue intenzioni modificare ancora la legge Severino nelle prossime settimane: il ministro della Giustizia Carlo Nordio e la maggioranza a breve presenteranno un disegno di legge per mantenere in carica gli amministratori locali nonostante una condanna non definitiva (primo grado e Appello), equiparandoli ai parlamentari.

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L’Avvocatura dello Stato, rifacendosi alla giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu) e della Cassazione, “ha escluso la natura penale delle misure della legge Severino escludendone lo scopo punitivo”. Recependo questo parere, il ministero dell’Interno sostiene che vada applicata la norma Cartabia spiegando che la norma sull’incandidabilità prevista dalla Severino “non produca più gli effetti” e creando un caso di “abrogazione tacita”. E quindi, conclude il Viminale, “ne consegue che tutti i soggetti, per i quali sia stata pronunciata sentenza di patteggiamento, non incorrono più in una situazione di incandidabilità, potendo così concorrere alle prossime elezioni”. Resteranno incandidabili invece i politici condannati con pene accessorie, come l’interdizione dai pubblici uffici.

Dopo il parere del 15 marzo, c’è già il primo caso di un politico che ne potrà usufruire: alle elezioni del 13-14 maggio a Carolei, piccolo paese in provincia di Cosenza, Francesco Iannucci potrà candidarsi sindaco dopo aver patteggiato una condanna a due anni per il fallimento del Cosenza Calcio nel 2011. Come raccontano le cronache locali, nel giugno 2022 la sua lista “Rinascita” era stata ricusata dopo il patteggiamento ma adesso, grazie alla legge Cartabia e al parere del ministero dell’Interno, Iannucci tornerà candidabile.

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