Liberare un torturatore per impedire gli sbarchi
Non prendiamoci in giro: il rilascio di Almasri è stata ovviamente una scelta politica legata agli sbarchi dalla Libia. E' ragion di Stato. Morale o no? Questo lo deciderà la coscienza di ciascuno di noi. Commento
Njeem Osama Almasri
Liberare un torturatore per impedire gli sbarchi
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Parliamo della vicenda Almasri così come dovrebbe essere raccontata. Questa persona è un criminale, un torturatore eccetera eccetera. E' uno che amputa le braccia alla gente, che la sottopone a scariche elettriche. Era il capo della polizia libica. La Libia è uno Stato fondamentale per l'Italia. Perché? Perché da là partono tutti gli scafisti che inondano di sbarchi le nostre coste, causando un problema sicurezza non da poco al nostro Paese. Questa simpatica personcina, che starebbe bene in un carcere di massima sicurezza con la chiave buttata nel Tevere, è stata arrestata a Torino dopo aver girovagato per mezza Europa senza che nessuno dicesse niente. Quindi, il tizio torturatore gira per l'Europa e finisce arrestato in Italia, guarda che caso, su mandato della Corte Internazionale. L'Italia che cosa fa? Dopo un po' lo mette su un aereo di stato e lo rispedisce in Libia. Le opposizioni in Italia insorgono, la Corte Internazionale si incavola, e il governo dice che c'è stato un vizio di forma.
Non prendiamoci in giro: spedire Almasri in Libia è stata una scelta politica
Ma non prendiamoci in giro. C'è stata una precisa scelta, sulla quale si può concordare oppure no, di rispedire in patria questo tizio torturatore. Abbiamo rimpatriato una persona per ottenere qualcosa. Che cosa? Un accordo con la Libia, che trattiene gli scafisti pure con la violenza. Esattamente come abbiamo rimandato indietro in Iran un ingegnere bombarolo per riavere indietro una nostra giornalista rapita. Si può non essere d'accordo, questo sia ben chiaro.
L'importante è parlare onestamente: l'abbiamo fatto per quello. E l'Europa si arrabbia? Amen, è ragion di stato, è successo e succederà sempre. Ma i cittadini non sono dei bambini, possono capire che cosa è successo. Basta dire la verità, che è sempre la strada maestra. Poi se liberare un torturatore per impedire gli sbarchi sia morale oppure no, lo deciderà la coscienza di ciascuno di noi.