Maltempo, Musumeci: "Il clima cambia e noi stiamo fermi. Piangeremo più morti"

Il ministro per la Protezione civile: “Non è colpa soltanto della Terra"

di redazione politica
Politica

 

Il grido di Musumeci: "Il clima cambia e noi siamo fermi, così continueremo a piangere morti"

Se il mondo attorno a noi cambia e noi restiamo fermi, continueremo a piangere i morti e ad assistere inermi alla devastazione del nostro territorio. Che per sua natura è fragile e vulnerabile”. Lo afferma il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci, in un’intervista a ‘La Stampa’. “La verità è che continuiamo a ragionare con la mentalità di ieri ostinandoci a non capire che nulla è più come prima” sottolinea.

“Il tema degli incendi estivi riguarda l'Italia, come ci ricordano le cronache almeno nell'ultimo decennio. E se in tutti questi anni passati non è stata curata alcuna programmazione strutturale a livello nazionale, qualche domanda dovremmo farcela. Il Ponte dell'Europa che nascerà tra le due sponde è una necessità infrastrutturale irrinunciabile per una Nazione destinata ad essere il naturale pontile nel Mediterraneo che cambia” prosegue Musumeci.

“Quello che avviene nel Nord e nel Sud sono le due facce della stessa medaglia che si chiama: tropicalizzazione” afferma il responsabile per la Protezione Civile. E parlando dei ‘negazionisti del clima, spiega: “La desertificazione, i nubifragi, le frane, le temperature elevate non si possono negare. Certo, sarebbe un errore attribuirne gli effetti solo al cambiamento. C'è di mezzo la mancata manutenzione, l'assenza di pianificazione e programmazione, la carenza di risorse, e non ultima la scarsa attenzione e responsabilità da parte del cittadino. Ecco perché stamane con il presidente del Consiglio ci siamo subito trovati d'accordo nel dire che la messa in sicurezza del territorio è una priorità indiscutibile. Senza alibi per alcuno”.

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