Manovra, così si è arrivati alla fiducia: governo rimandato al prossimo anno

Giorgetti dialogante e assalto alla diligenza, ecco come si è arrivati alla fiducia

Di Alberto Maggi
Politica

Manovra, qualcuno rimpiange Tremonti: che avrebbe mandato tutti a...

E' finita come doveva finire e come Affaritaliani.it aveva scritto già a metà novembre: maxiemendamento del governo che recepisce le varie modifiche degli emendamenti ammessi e approvati in Commissione e fiducia giusto poco prima per poi volare tutti a casa a scartare i regali e a mangiare il panettone. La prossima settimana si replica in Senato, ovviamente con la fiducia, per poi correre a festeggiare la notte di San Silvestro. La Legge di Bilancio per il 2023, la prima del governo guidato da Giorgia Meloni, è stata un mezzo pasticcio.

La scusante, importante, è quello dello scarso tempo a disposizione. Normalmente l'esecutivo inizia a scriverla a settembre (e spesso finisce comunque con la fiducia in extremis) mentre quest'anno i lavori sono iniziati solo ai primi di novembre. Ma il Parlamento ha avuto ben venti giorni per discutere il testo licenziato dal Consiglio dei ministri e la maggioranza di Centrodestra si è incartata. Giancarlo Giorgetti, uomo mite e riflessivo, è incline al dialogo e ha di volta in volta aperto a richieste di modifiche che arrivavano, restando nell'alveo della maggioranza, in particolare dal suo partito, la Lega, e da Forza Italia.

E così alla fine il dibattito in Commissione Bilancio alla Camera è andato avanti all'infinito con una sorta di assalto alla diligenza che ricorda gli anni del pentapartito a guida Dc. "Ci voleva Tremonti, a un certo punto avrebbe mandato tutti a quel paese dichiarando chiuso il testo della manovra". Già, ma Giorgetti non è l'ex ministro dell'Economia tornato quest'anno in Parlamento e la via del dialogo, anche e soprattutto con Azione-Italia Viva (almeno su alcuni punti), ha portato alle calende greche. Non è questo comunque il banco di prova per il governo Meloni.

Quest'anno, con le elezioni politiche che si sono tenute il 25 settembre, il tempo era oggettivamente scarso e il titolare del Mef non ha ancora messo in pieno le mani sulla macchina del dicastero. Il vero banco di prova sarà il 2023 sul 2024, quando ci sarà tutto il tempo per mettere a punto il testo e soprattutto amalgamare e oliare bene il rapporto, ora difficile, tra ministeri e tra esecutivo e Parlamento. Insomma, sulla manovra, la legge più importante dell'anno, governo rinviato al prossimo anno.

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