Manovra, Letta: “Inadeguata e iniqua”. Il Pd scende in piazza

Il segretario dei dem annuncia due mobilitazioni di piazza, dove verranno illustrate le controproposte alle misure della premier Meloni

Politica

Manovra, Letta: “C’è rischio recessione, daremo battaglia”. I punti salienti della proposta del Pd

I democratici non sono soddisfatti della manovra Meloni. Lo ha detto chiaramente Enrico Letta alla direzione del Pd: "La fase costituente è parte integrante del congresso del nuovo Partito democratico. Si inserisce nella discussione della legge di bilancio, che è improvvisata, iniqua, inadeguata”,  annunciando "la nostra battaglia in Parlamento e nel Paese”. “Non siamo in un momento di transizione, ma cruciale. Oggi siamo in bilico rispetto alla recessione – continua – E' necessario che ci siano le scelte giuste, e che queste scelte siano ambiziose. Il Paese sta dando una chance al Governo che questo Governo non vuole cogliere”.

Il segretario del Pd ha quindi annunciato l’organizzazione di mobilitazioni di piazza: “Avremo due momenti significativi, sabato 3 dicembre in tutte le province italiane presenteremo le nostre controproposte in particolare su temi assenti nella legge di Bilancio. Il 17 a Roma, a livello nazionale, metteremo in campo il complesso delle nostre controproposte, alzeremo le bandiere sulle grandi questioni sociali: inflazione, caro vita, protezione di famiglie e imprese, salario minimo e cuneo fiscale”.

Letta sulla manovra: “È inadeguata, scenderemo in piazza con delle controproposte”

A non funzionare, soprattutto, gli strumenti previsti per fronteggiare inflazione e recessione: “21 miliardi contro caro energia bastano per 3 mesi (nel 2022 sono stati stanziati 63 miliardi), da aprile non ci sono risorse. Manca una strategia per accelerare la transizione energetica”. E ancora “il taglio del cuneo fiscale è insufficiente e temporaneo, mentre il potere d’acquisto dei salari e degli stipendi crolla (inflazione +12% retribuzioni +1%)”. Poco o nulla, inoltre, per il rilancio dell’economia: ridimensionamento Superbonus 110% senza sblocco dei crediti fiscali incagliati e senza una strategia alternativa per l’edilizia sostenibile; deboli misure per gli investimenti delle imprese e l’accesso al credito; nessuna chiarezza sul futuro del PNRR; no risorse aggiuntive per gli investimenti pubblici.

La manovra-Meloni è anche “iniqua”, secondo i democratici: nulla contro l’evasione fiscale (anzi, scelte in direzione opposta: innalzamento tetto contante, 11 norme di condono, no sanzioni per micro pagamenti elettronici); “si fa cassa sui poveri, tagliando in modo indiscriminato il reddito di cittadinanza e cancellandolo”. Ma non solo: “Si fa cassa sui pensionati, perché le pensioni superiori a 2.100 euro lordi subiranno un taglio dell’adeguamento all’inflazione; si finanziano misure non necessarie (come l’estensione della flat tax) che allargano il divario di tassazione tra dipendenti e autonomi. Mentre gli stanziamenti per la sanità, la scuola, il welfare e il trasporto pubblico subiscono una forte riduzione in termini reali”.

Le proposte del Partito democratico vertono anzitutto su lavoro, pensioni e povertà: Salario minimo, equo compenso, cumulatività dei sussidi contro il lavoro povero; taglio strutturale del cuneo fiscale con franchigia sui contributi a carico dei lavoratori; potenziamento quattordicesima pensionistica; proroga Opzione donna e Ape sociale, avvio riforma previdenziale; misure per ridurre la precarietà; avvio del potenziamento dell’Assegno unico; riforma del Reddito di cittadinanza e introduzione di un Reddito alimentare.
Per quanto riguarda energia e ambiente previste più risorse per gli aiuti a famiglie e imprese; tetto nazionale al prezzo dell’elettricità (100 euro MWh); Introduzione di un “contratto luce sociale” per famiglie e imprese; ulteriori semplificazioni per l’installazione delle rinnovabili, sblocco comunità energetiche rinnovabili; revisione e potenziamento della tassa sugli extra profitti.
Su imprese e sviluppo in programma norme e risorse per accelerare l’attuazione del Pnrr; potenziamento degli incentivi del Piano Transizione 4.0; riorganizzazione e stabilizzazione degli incentivi per l’edilizia sostenibile; potenziamento delle misure per il finanziamento delle Pmi; sanità, scuola, trasporto pubblico, coesione territoriale; aumento degli stanziamenti per compensare l’inflazione; aumento graduale del fondo sanitario fino a 7% Pil. In lista anche la scuola, con il potenziamento 0-6, piano per la scuola inclusiva, valorizzazione personale; il trasporto pubblico con l’avvio del piano per gratuità giovani e anziani. Infine, per enti territoriali e coesione il Pd prevede misure per attuazione del Pnrr, definizione e finanziamento Lep, proroga fiscalità di vantaggio per il lavoro nel Mezzogiorno, oltre che nella previsione di un piano per assumere 300 mila giovani da inserire nel prossimo triennio nelle pubbliche amministrazioni.

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