Cacciari: "Pd? Totalmente incapaci. Finiranno al 2-3%. Pace all'anima loro"
Cacciari: "Bonaccini o Schlein segretario? Dibattito che non ha alcun senso"
Regionali Lombardia, Cacciari: "Per ragioni personali e assolutamente non politiche, voterei Majorino"
"Questo dibattito non ha alcun senso e non mi sento vicino a nessuno dei due. Sono del tutto indifferente". Risponde così, secco e deciso, Massimo Cacciari alla domanda di Affaritaliani.it se, in vista delle primarie e del congresso del Partito Democratico, sia più vicino a Stefano Bonaccini o a Elly Schlein, ovvero i due principali candidati Dem per il dopo Enrico Letta. "Se continuano a operare in questo modo e a mettere il nome del segretario davanti ai contenuti e a un congresso vero e aperto si dimostrano totalmente incapaci. Pace all'anima loro".
L'ex sindaco di Venezia vede per il Pd uno scenario simile a quello del Partito Socialista francese che, nel giro di 15-20 anni, è passato da prima forza politica del Paese a un partito del 2-3%. "Se non cambiano rotta è assolutamente inevitabile che finisca così. Da un lato il Terzo Polo può crescere prendendo un po' da ex berlusconiani e un po' da certe fasce e certi settori della borghesia pseudo illuminata del Pd, dall'altra parte i 5 Stelle portano avanti una politica di sinistra assistenzialista. Stretti tra Calenda-Renzi e Conte, i Dem restano lì a discutere settimane su chi farà il segretario. Al momento non hanno alcun ruolo nella politica italiana e, avanti così, finiranno esattamente come i socialisti francesi: un partitino del 2-3%".
Sul dialogo tra Calenda e la premier Meloni Cacciari non ha dubbi: "Non andrà da nessuna parte. Il leader di Azione sa benissimo che deve giocare sul distacco di una parte di Forza Italia e dall'altra parte su una fetta di elettori del Pd. Distruggerebbe ogni sua chance se si presentasse in qualche forma o in qualche modo come alleato di Meloni e Fratelli d'Italia. Il dialogo sulla manovra, gli incontri, le battute sono mezzucci tattici che servono per differenziarsi dal Pd. Calenda sembra in alcune fasi avvicinarsi al governo, ma sono movimenti senza alcun senso. Se vuole andare da qualche parte elettoralmente parlando, il Terzo Polo deve avere la sua identità chiara e andare avanti come ho spiegato".
Infine la Lombardia. Chi voterebbe Cacciari tra il presidente uscente Attilio Fontana, Pierfrancesco Majorino e Letizia Moratti? "Per ragioni personali e assolutamente non politiche, voterei Majorino. Qualche ideuzza nel cervello ce l'ha. Ma solo per conoscenza, e quindi stima, personale. Non è assolutamente una scelta di tipo politico", conclude.