Meloni al fianco di von der Leyen. Ma Ursula è vittima dell’ala destra del Ppe

Il piano della premier e leader di Fratelli d'Italia per il dopo elezioni europee. Inside

Di Alberto Maggi
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Ursula Von Der Leyen e Giorgia Meloni
Politica

Ursula è nemica interna nella Cdu di Manfred Weber, anche lui tedesco e leader del Partito Popolare Europeo

 

Qual è il piano di Giorgia Meloni in vista delle elezioni europee del 9 giugno 2024 e soprattutto del dopo-voto? Davvero la presidente del Consiglio vuole il bis di Ursula von der Leyen spaccando il gruppo dei Conservatori Riformisti al Parlamento europeo? Secondo quanto Affaritaliani.it ha appreso da fonti ai massimi livelli di Fratelli d'Italia, molto vicine alla premier, il punto numero uno è che la stessa Ursula ha problemi in casa. E non è detto che sarà ancora lei la candidata alla guida della Commissione.

Von der Leyen è espressione della Cdu tedesca (Unione cristiano-democratica) che in Germania è all'opposizione del governo di Olaf Scholz, socialdemocratico, quindi necessariamente è stata costretta a strizzare l'occhio alla sinistra per avere il sostegno di Berlino. Ma Ursula è nemica interna della Csu (costala bavarese della Cdu) di Manfred Weber, anche lui tedesco e leader del Partito Popolare Europeo. E quindi la partita è prima di tutto interna al Ppe e ai conservatori tedeschi, che con Weber si stanno spostando verso destra anche per fronteggiare l'avanzata di Alternative für Deutschland (partito tedesco di estrema destra). E quindi bisognerà vedere se l'attuale presidente della Commissione riuscirà a trovare l'equilibrio a casa sua (tra Weber e Scholz) per essere ancora candidata ai vertici dell'esecutivo Ue.

Giorgia Meloni attende e comunque non esclude un sostegno a Ursula anche perché - ricordano fonti di FdI - cinque anni fa ECR (il gruppo dei conservatori europei) si spaccò al contrario nel senso che i polacchi e gli ungheresi (all'epoca ancora nel Ppe) votarono per la presidente della Commissione e Fratelli d'Italia scelse il no. Quindi, semmai, non sarebbe una novità. Un precedente c'è già. Ma per sostenere l'ipotesi Ursula-bis, oltre ai problemi interni a Berlino, Meloni vuole rassicurazioni sull'allargamento verso destra del nuovo esecutivo europeo.

Quanto all'ipotesi Mario Draghi presidente della Commissione europea - spiegano sempre fonti di FdI - il fatto che a sostenerlo, come ha scritto Affaritaliani.it, sia il presidente francese Emmanuel Macron è il miglior modo per opporsi. L'inquilino dell'Eliseo, di fatto, diventa "nemico" di Draghi, proponendolo lui e non l'Italia, essendo Draghi un italiano, è il modo migliore per il governo di Centrodestra per dire no grazie. E comunque, concludono le fonti di FdI, è ancora tutto molto prematuro perché occorre attendere l'esito delle elezioni europee.

Non solo in Italia, ma capire che cosa accadrà all'Spd (Partito socialdemocratico tedesco) in Germania, al partito dello stesso Macron in Francia, e molto altro. "Alla fine i voti arrivano dal Parlamento europeo e i numeri saranno decisivi", spiegano da FdI. Bisognerà vedere anche quanto perderà la sinistra, che fine faranno i Verdi e che cosa accadrà alla destra salviniana e lepenista per ora fuori dai giochi. Molte variabili, insomma, per dire oggi che cosa accadrà. Ma Meloni non esclude l'Ursula bis, pur ri-spaccando (al contrario) ECR.