Giorgia Meloni tra Macron e Berlusconi: due problemi simili, in chiave europea

Ucraina, il difficile lavoro della presidente del Consiglio

Di Alberto Maggi
Politica

Per Palazzo Chigi sia Macron che Berlusconi rappresentano nodi da sciogliere


Alla fine il PPE è dovuto intervenire ufficialmente per sconfessare le parole contro Zelensky pronunciate da Silvio Berlusconi domenica scorsa al seggio. Era inevitabile. La linea è quella del sostegno incondizionato all'Ucraina, ancora di più oggi che l'Ue si prepara a varare nuove sanzioni contro Mosca e che la Russia schiera navi con armi nucleari tattiche nel Mar Baltico.

Ma esiste un caso Berlusconi anche a Roma? Fonti vicine al presidente del Consiglio confermano che le parole dell'ex Cavaliere creano disagio e minano quella necessaria unità a sostegno di Kiev.

Ma il leader di Forza Italia sa benissimo quello che dice, sbaglia chi pensa che ormai parli a caso vista l'età. Berlusconi sa che la maggioranza netta dell'opinione pubblica è contro l'invio di armi all'Ucraina e che Zelensky viene considerato spocchioso e antipatico. Per questo si esprime come domenica scorsa. Anche se - come sottolineano fonti della maggioranza - contano gli atti parlamentari, sia in Italia sia in Europa. E Forza Italia non ha mai fatto mancare il suo sostegno a Kiev nei fatti, non nelle parole. Resta l'imbarazzo per le parole dell'ex Cav. da parte di Palazzo Chigi, da dove domenica è partito un intervento immediato.

In un certo senso, però, nell'ottica di Giorgia Meloni c'è un parallelismo tra Berlusconi e il presidente francese Emmanuel Macron. In questa fase serve compattezza dell'Ue, unità nel sostegno all'Ucraina senza abbandonare l'idea di un dialogo con Mosca e il Cremlino. Macron che invita Zelensky all'Eliseo rompe di fatto l'unità dell'Ue, rompe la coesione dell'Europa e consegna al mondo l'idea di un'Europa lacerata e a due velocità.

Alo stesso modo, sul fronte opposto, l'attacco di Berlusconi a Zelensky, mina l'unità necessaria nel sostegno a Kiev. L'obiettivo di Meloni è quello di restare al fianco della Nato, dell'Ue e dell'atlantismo, ma senza fughe in avanti come quella di Macron. Ecco perché, in qualche modo, Berlusconi e il presidente francese imbarazzano allo stesso modo, su lati opposti, Palazzo Chigi. 

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