Meloni fa bene a riposarsi in Puglia. Poi autunno di fuoco e Manovra da 50mld

Senza contare gli interessi passivi per l'aumento dei tassi. E se non arrivano i soldi del Pnrr...

di redazione politica
Giorgia Meloni
Politica

Meloni e l'autunno bollente: la Finanziaria e quei 50mld da trovare senza fare tagli a settori chiave

Giorgia Meloni si sta godendo le vacanze estive in Puglia, la premier ha ribadito nelle ultime recenti interviste di aver bisogno di riposare. Come lo scorso anno ha scelto ancora la quiete di una masseria immersa tra gli ulivi a Ceglie Messapica nella Valle d'Itria. Meloni intende così staccare dalle preoccupazioni della politica e godersi un po' la sua famiglia e gli amici. La premier - si legge su La Stampa - di questa fase di relax ne ha proprio bisogno perché quello che si preannuncia per lei è un autunno bollente, specie sul fronte economico. Per mantenere i conti pubblici in ordine, l'Italia dovrebbe varare una legge di Bilancio da almeno 50 miliardi di euro. Trenta miliardi è il minimo, di cui 9 per il taglio strutturale al cuneo fiscale, 4 per l'Irpef, altrettanti per la previdenza e la sanità, così come per l'adeguamento degli stipendi del pubblico settore.

A cui vanno aggiunti circa 2 miliardi, stando larghi, per il ponte sullo Stretto di Messina. Oltre a ciò, tuttavia, bisogna calcolare l'incertezza sui tempi di pagamento della terza rata del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che vale 18,5 miliardi. E gli interessi passivi sul debito pubblico italiano, quantificabili in almeno 83 miliardi l'anno per il 2022, ma che potrebbero salire e superare quota 100 miliardi per l'anno in corso per via del rialzi dei tassi della Banca centrale europea.

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È un percorso in salita quello che porta alla prossima Nadef italiana. La nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Def), attesa fra un mese, rischia di essere un boccone indigesto per l'esecutivo trainato da Giorgia Meloni. Incerto, tuttavia, - prosegue La Stampa - è l'esito effettivo delle ipotesi in campo. Specie perché, nel caso non arrivassero entro la fine del trimestre in corso le risorse della terza rata del Pnrr, si dovranno trovare soluzioni alternative. Il ricorso a nuove, e straordinarie, emissioni di debito pubblico sarebbe scontato. Per almeno 20 miliardi aggiuntivi. A questi 50 miliardi, le cui risorse devono essere trovate, vanno però aggiunti i costi vivi dell'incremento dei tassi d'interesse da parte della Bce.

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