Meloni: "Fuga Uss? Colpa di un organo dello Stato". Nordio indaga sulle toghe

L'audizione della premier al Copasir diventa un caso, le allusioni ai magistrati di Milano fanno scattare l'ispezione

Giorgia Meloni e Carlo Nordio
Politica

Fuga Artem Uss, tra caso internazionale e ispezioni ai giudici

Artem Uss, il russo fuggito dai domiciliari in Italia e tornato in Siberia è un caso internazionale ormai. La conferma è arrivata ieri, quando la premier Meloni è stata sentita dal Copasir. Dopo due ore e mezzo a porte chiuse, accompagnata dalla responsabile del Dis Elisabetta Belloni e dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, - si legge sul Fatto Quotidiano - ufficialmente è uscita solo una dichiarazione. E riguarda il caso di Artem Uss, l’uomo d’affari russo accusato di spionaggio evaso dagli arresti domiciliari. Poco dopo la fine dell’audizione, è l’agenzia Agi a dare notizia di una frase di Meloni: "Non è stata colpa del governo, ma di un altro organo dello Stato" è il passaggio riportato dall’agenzia che cita diversi esponenti del Copasir. In questo modo la premier sembra accusare i magistrati di Milano per la fuga del russo, salvando così i Servizi.

Giallo sul reale motivo della convocazione. Nella sua audizione la premier si sarebbe soffermata su un’analisi della situazione politica internazionale, tra cui la guerra. Il caso però resta, - prosegue il Fatto - perché poco dopo interviene il ministero della Giustizia che annuncia un’ispezione nei confronti dei magistrati milanesi. Nordio vuole capire come è stato gestito il caso di Uss, fuggito il 22 marzo scorso da una villa di Basiglio (Milano) dove si trovava in detenzione domiciliare dopo essere stato fermato a Malpensa per un mandato di cattura internazionale emesso dagli Usa in relazione a un traffico illecito di tecnologia bellica. Sotto accusa, da parte del governo, resta la scelta della Corte di Appello di mettere Uss ai domiciliari, nonostante gli avvertimenti degli stessi Usa su un reale pericolo di fuga.

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