Meloni (non lo dirà mai) si allea con il Pd. Patto con Ursula. Gongola la Lega

Una mina per il governo italiano, totalmente spaccato in Europa

Di Alberto Maggi
Ursula Van Der Leyen e Giorgia Meloni a Lampedusa
Politica

Europee 2024, Meloni costretta ad appoggiare Ursula (o Metsola) anche con i Socialisti. Salvini all'opposizione con Le Pen

 

La metamorfosi di Giorgia Meloni ha avuto il suo totale compimento ieri a Lampedusa con la visita all'Isola invasa dai migranti insieme alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Il tutto mentre sul "sacro prato di Pontida", nel cuore del Nord ex padano, Matteo Salvini siglava il patto dei sovranisti con Marine Le Pen, osannata dal popolo del Carroccio. Il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture ha promesso che il governo durerà tutta la legislatura (e anche altri cinque anni) e non c'è alcuna intenzione da parte della Lega di far cadere l'esecutivo.

Ma in Europa, dopo le elezioni del 9 giugno 2024, la spaccatura del Centrodestra sarà evidente e plastica. La presidente del Consiglio - con tutti i dossier in campo: dai migranti al Mes passando per il Pnrr e la riforma del Patto di Stabilità - non può permettersi di votare contro la nuova presidente della Commissione Ue. Che sarà o di nuovo Ursula o Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo anche lei del Partito Popolare Europeo. Il problema è che i Conservatori di Meloni, il Ppe e i liberali di Emmanuel Macron da soli non avranno la maggioranza a Strasburgo e quindi serviranno i voti della sinistra moderata, quel Pse del quale fa parte anche il Partito Democratico di Elly Schlein.

Non solo. Come spiegano ad Affaritaliani.it fonti della maggioranza, Meloni avrebbe già garantito il sostegno di FdI (e i voti all'Europarlamento) a von der Leyen o Metsola quando verrà il momento di eleggere la nuova Commissione. Ovviamente ci sarà anche Forza Italia di Antonio Tajani, membro del Ppe. Ma la Lega con Le Pen e i sovranisti sarà all'opposizione senza se e senza ma. Una spaccatura netta e profonda che, in prospettiva, potrebbe minare la tenuta del governo italiano. Fratelli d'Italia e Forza Italia nella nuova maggioranza Ursula o Metsola (con la sinistra) e la Lega all'opposizione.

I leghisti da un certo punto di vista gongolano perché il loro no alla riedizione dell'accordo Popolari-Socialisti, che Meloni non può dire visto l'intesa con von der Leyen, potrebbe essere un ottimo volano per la campagna elettorale della Lega. Ma potenzialmente questa divisione sarà una mina per l'esecutivo mettendo in difficoltà soprattutto il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, che dovrà tenere ottimi rapporti con Bruxelles ma che è anche vicesegretario della Lega. In definitiva, anche se ufficialmente nessuno di Fratelli d'Italia lo ammetterà mai prima del voto del 9 giugno 2024, il partito della premier si prepara ad allearsi con l'odiata sinistra del Pd. Obtorto collo. Ma Meloni non può fare a meno dell'asse con il Ppe, sia che la nuova presidente sia ancora Ursula sia che si chiami Metsola.

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