Meloni: "Presto una donna al Quirinale". Pensa a se stessa. Giorgia o Schlein?

Il dietro le quinte delle parole della premier Giorgia Meloni

Di Alberto Maggi
Politica

Prima presidente della Repubblica donna. Chi preferiresti tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein?


Nella Sala delle Donne oggi "rimuoviamo uno specchio e lo sostituiamo con una foto. Ma c'è un altro specchio che possiamo rimuovere, quel momento non è lontano come può sembrare". Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, lo ha detto a Montecitorio partecipando all'inaugurazione del nuovo allestimento dello spazio dove sono esposte le fotografie delle prime donne che nella storia della Repubblica hanno ricoperto ruoli importanti nelle Istituzioni. Da oggi, al posto di uno specchio, c'è la sua immagine come prima donna premier. Ne rimane uno: quello della prima Presidente della Repubblica.

E, secondo quanto Affaritaliani.it ha appreso da fonti qualificate di FdI, la prima presidente del Repubblica donna che ha in mente la premier è proprio se stessa. La riforma costituzionale alla quale sta lavorando Maria Elisabetta Alberti Casellati, ministra per le riforme istituzionali, è quasi pronta, dopo un giro di consultazioni con tutte le forze politiche, e, nonostante l'opposizione di Pd e M5S (ma con le aperture del Terzo Polo), la maggioranza intende andare avanti con la riforma presidenzialista. Il progetto, anche se si tratta ancora di bozze e ipotesi, è una via di mezzo tra il presidenzialismo statunitense e il semi-presidenzialismo francese.



L'iter, come noto, è lungo (due passaggi in entrambe le Camere e un referendum popolare se, come probabile, non verranno raggiunti i due terzi dei voti in Aula) e l'obiettivo è quello di arrivare all'elezione diretta del nuovo presidente della Repubblica nel 2026. Nella maggioranza danno per scontate le dimissioni di Sergio Mattarella una volta approvata la riforma costituzionale, così come aveva detto - scatenando polemiche - Silvio Berlusconi qualche mese fa.

E l'obiettivo di Meloni sarebbe proprio quello di dimettersi da premier per candidarsi a Capo dello Stato con funzioni e poteri rafforzati rispetto a quelli di oggi. Una sorta di via di mezzo tra Joe Biden ed Emmanuel Macron. Contestualmente ci sarebbero anche le nuove elezioni parlamentari per scegliere un presidente del Consiglio che avrebbe molti meno poteri rispetto a quelli attuali. E in molti già prevedono un'affascinante sfida tutta femminile tra due donne molto diverse tra loro: Giorgia Meloni contro Elly Schlein, neo-segretaria del Partito Democratico.



Non a caso Meloni ha citato proprio Schlein nel suo discorso, confermando di fatto una sfida per il Quirinale. "Voglio dire alla donne di questa nazione che il fatto di essere sempre o quasi sempre sottovalutate è un grande vantaggio, perché sì, spesso non ti vedono arrivare".  Meloni ha usato un'espressione molto simile a quella impiegata più volte da Schlein, anche quando ha commentato con soddisfazione la vittoria con cui è diventata la prima donna segretario del Pd, il 27 febbraio. "Ce l'abbiamo fatta - ha detto in quell'occasione Schlein -, insieme abbiamo fatto una piccola grande rivoluzione, anche questa volta non ci hanno visto arrivare".

La premier cita la nuova segretaria del Pd. La presidente del Consiglio è alla Camera per scoprire la sua foto, aggiunta nella Sala delle donne accanto a quelle di chi ha ricoperto un incarico pubblico per la prima volta. Ci sono Nilde Iotti, prima presidente della Camera; Marta Cartabia, prima presidente della Corte costituzionale. Tina Anselmi, prima ministra; Elisabetta Casellati, prima presidente del Senato. E tante altre.

Da oggi anche Meloni, prima donna a palazzo Chigi. La premier tiene un lungo discorso sulle donne, ricorda i ruoli svolti in passato e dice: "C'è una buona notizia in quello che può sembrare un pregiudizio". Sottovalutandoti, osseva, non ti vedono arrivare. Le stesse parole usate da Schlein la notte delle primarie, quando da poco aveva sconfitto Stefano Bonaccini. "Ancora una volta non ci hanno visto arrivare", aveva detto Schelin, citando a sua volta il titolo del libro femminista di Lisa Levenstein. 'They didn't see us coming - La storia nascosta del femminismo negli anni 90'.

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