Meloni regina dei leader sui social. La Schlein ingrana e sorpassa Conte

Tra i partiti il podio va a FdI, secondo posto per il Pd e terzo per FI. Su Affari la ricerca di Spin Factor

di redazione politica
Giorgia Meloni
Politica

La leader più apprezzata sul web è Giorgia Meloni, mentre Elly Schlein sorpassa Conte

La premier Meloni è in testa alle preferenze di leader più apprezzata sul web, a dirlo è la classifica di Spin Factor, cui fondatore Tiberio Brunetti afferma: "Meloni che imita se stessa da Fiorello? Geniale come il cucchiaio di Totti". Quindi il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è il leader politico italiano più apprezzato sui social network nell’ultimo mese, con un sentiment positivo del 59,49%. A seguire Elly Schlein che entra nella prima rilevazione della classifica con il 54,50% e scalza Giuseppe Conte che si attesta al 53,64%. E’ quanto emerge dall’analisi realizzata da Spin Factor, società leader a livello nazionale nella consulenza strategica politica e istituzionale, attraverso Human, la propria piattaforma di web e social listening realizzata interamente con algoritmo a base semantica italiana.

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Nella classifica dei partiti al primo posto c'è Fratelli d'Italia

A livello di partiti, al primo posto c’è Fratelli d’Italia, con il 56,70, seguito dal Partito Democratico al 53,80% e da Forza Italia al 52,10%. Relativamente, invece, ai temi più ricorrenti nelle conversazioni online in Italia, troviamo al primo posto l’immigrazione, con il 22,88%, seguita dall’economia al 16,61%, dalla sicurezza al 16,24%, dall’ambiente all’11,99% e dalla guerra al 10,70%. "Giorgia Meloni mantiene saldamente la leadership della fiducia degli italiani, senza avere alcun contraccolpo né dall’effetto primarie Pd, né dalle polemiche alimentare dal centrosinistra relativamente alla tragedia di Cutro". 

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La vera novità avviene nel centrosinistra: Elly Schlein è il nuovo punto di riferimento del campo largo, scalza Conte a livello di sentiment e trascina su anche il Pd, che sale al secondo posto nella classifica dei partiti, dopo mesi di stagnazione durante la segreteria Letta. L’elezione di Elly Schlein alla guida del Pd contribuisce molto a semplificare il quadro dell’offerta politica: da un lato c’è un centrodestra compatto, che ha una guida forte e riconoscibile in Giorgia Meloni e un assetto governativo stabile e credibile per il proprio elettorato. L’ultimo consiglio dei ministri, ad esempio, dimostra che c’è unità di intenti e coralità nella proposizione e nell’ottenimento di risultati: dal varo delle procedure per il ponte sullo stretto, alla riforma fiscale presentata come un primo passo per l’abbattimento strutturale delle tasse.

Non solo: Giorgia Meloni, dopo un inizio in cui ha studiato molto e si è mossa con estrema cautela, sembra aver trovato un assetto stabile e può permettersi anche momenti più leggeri, come la geniale telefonata nel corso di Viva RaiDue di Fiorello, in cui ha finto di essere l’imitatrice di se stessa. Una performance del genere può essere paragonata a quando Totti inventò il famoso cucchiaio durante un calcio di rigore. Quando si è confidenti del proprio posizionamento e delle proprie capacità ci si può permettere il lusso di colpi del genere.

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Dall’altro c’è un centrosinistra che può ben ripartire da una identità riconoscibile su battaglie polarizzanti, ritrovando una connessione con il proprio popolo, dopo un periodo molto algido, culminato con la tragica campagna elettorale del Pd dello scorso settembre. Giuseppe Conte ha la necessità di fare asse con Elly Schlein per non finire in un cono d’ombra che lo danneggerebbe irreparabilmente. Dal canto suo, la neo segretaria del Pd rappresenta l’assoluta novità politica del momento, ha una forte apertura di credito e può giocare fino in fondo la propria partita.

Come commenta Tiberio Brunetti, fondatore e ad di Spin Factor: "Al centro c’è il progetto liberale e riformista di Matteo Renzi e Carlo Calenda. Tra centrosinistra e terzo polo sarà molto interessante capire la collocazione di + Europa che, in questa fase, ha una piccola golden share: se spostata verso Azione e Italia Viva può portare il partito unitario sopra il 10%, se lasciata sul centrosinistra può andare a rafforzare un campo largo che trova nella difesa dei diritti il proprio minimo comun denominatore". 

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