Migranti, altro scontro governo-giudici. "Tunisia non sicura, no ai rimpatri"
Il Tribunale di Firenze boccia le espulsioni. La premier Meloni: "Difesa corporativa"
Migranti, guerra aperta tra governo e magistrati: altra picconata al Dl Cutro
Continua lo scontro tra governo e magistrati, una nuova ordinanza mette ancora più in difficoltà la premier Meloni. Non solo la decisione del giudice di Catania Iolanda Apostolico in favore di tre migranti tunisini, ora l'altra picconata al Dl Cutro - si legge su Repubblica - arriva dalla Procura di Firenze. L'Italia ha l’obbligo di riesaminare subito l’inserimento della Tunisia nella lista dei Paesi sicuri e fino a quando non lo farà il potere giudiziario ha l'obbligo di intervenire a tutela dei diritti dei richiedenti asilo che arrivano dalla Tunisia e di disapplicare le norme varate dal governo. Meloni ieri si è detta "preoccupata dalla difesa corporativa della magistratura, perché come un magistrato è libero di dire che un provvedimento del governo è illegittimo, il governo può dire che non è d'accordo senza che questo voglia dire attaccare una categoria".
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La sentenza, questa volta collegiale, della sezione immigrazione del tribunale di Firenze mette ancora più in difficoltà il governo. I giudici - prosegue Repubblica - ritengono inapplicabile la cosiddetta "procedura Paesi sicuri" nei confronti dei cittadini tunisini. E se a Catania la giudice Apostolico si è limitata a non convalidare il trattenimento di alcuni migranti tunisini chiusi nel centro di Pozzallo in attesa dell'esame accelerato della loro richiesta di asilo, a Firenze, la sezione presieduta dal giudice Luca Minniti (già candidato di Area al Csm nel 2021) ha disapplicato il decreto Cutro accogliendo il ricorso di un tunisino contro un provvedimento di espulsione.