Migranti, così Meloni ha sfilato il dossier a Piantedosi. Un segnale a Salvini
La premier ha scavalcato il ministro e parlato lei in prima persona con Bruxelles. Nel gergo politico è un ridimensionamento del titolare del Viminale
Strage Migranti: "Un ministro degli Interni parla due volte all'anno..."
Continua a tenere banco la tragica vicenda del barcone che si è frantumato sulle coste crotonesi provocando la morte di almeno 69 migranti. Lo scontro ormai è diventato politico e ha creato una spaccatura all'interno della maggioranza. Nel mirino di Palazzo Chigi c'è la gestione della drammatica situazione da parte del ministro degli Interni Piantedosi. la premier Meloni - si legge sul Corriere della Sera - ha scelto la strada europea per avocare di fatto il dossier immigrazione, su cui d’altronde Palazzo Chigi vanta delle competenze. E il carteggio con le istituzioni di Bruxelles dopo la tragedia di Cutro è funzionale all’obiettivo.
La risposta arrivata ieri dalla von der Leyen — a fronte delle sollecitazioni italiane sull’emergenza migranti — viene considerata «molto positiva» da fonti qualificate del governo, perché «vengono riconosciute le ragioni esposte dalla presidente del Consiglio». Che in Europa come in Italia mira a muoversi su un doppio binario: rafforzare il contrasto all’immigrazione clandestina e allo stesso tempo garantire una maggiore flessibilità nella politica dei flussi. Questo dialogo diretto tra Palazzo Chigi e la Commissione - prosegue il Corriere - finisce in pratica per ridurre il ruolo di Piantedosi, al quale la premier chiede una «maggiore sinergia». Che nel lessico politico equivale a un ridimensionamento del titolare del Viminale ed è inoltre un segnale a Salvini, sponsor del ministro. Tutto ciò si traduce anche in una indiretta richiesta di maggiore coordinamento sul piano della comunicazione e di minore esposizione pubblica. "Chi guida gli Interni — ricorda non a caso un membro anziano del governo — di solito rilascia due interviste l’anno".