Migranti, le Regioni contro Meloni: "No ai centri per i rimpatri". Il gelo
Si alza un coro di protesta per la proposta di creare un Cpr in ogni regione. Giani: "Non darò mai il via libera in Toscana"
Migranti, lo scontro tra governatori e premier: "Così si blocca il Paese, non è questa la soluzione"
Giorgia Meloni deve fare i conti con un'altra protesta, questa volta gli attacchi alla premier arrivano dai governatori. Le Regioni si oppongono all'idea dell'esecutivo di istituire dei Cpr per ospitare i migranti irregolari in attesa di rimpatrio. "Così si blocca il Paese" è il coro unanime. Qualcuno si oppone non condividendo il principio, altri – quasi tutti, per la verità – contestano l’improvvisazione del governo nella gestione dei migranti, col rischio che a farne le spese siano Regioni e Comuni. Come se sulle loro spalle - si legge su Il Fatto Quotidiano - fosse scaricato il peso di una emergenza che Palazzo Chigi non sa come risolvere. La decisione di creare almeno un Centro di permanenza e rimpatrio (Cpr) in ogni Regione, come stabilito nel Consiglio dei ministri di lunedì, richiede uno sforzo notevole, dato che al momento in Italia esistono solo 9 hub del genere: a Bari, Brindisi, Caltanissetta, Roma, Palazzo San Gervasio (Potenza), Trapani, Gradisca (Gorizia), Macomer (Nuoro) e Milano, per un totale di 592 ospiti.
Il governo - prosegue Il Fatto - assicura che entro un paio di mesi avrà individuato sedi e disponibilità per le nuove strutture, ma non è così semplice. Intanto perché esistono forti resistenze tra i presidenti di Regione, cui ieri ha dato voce il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini: "I grandi hub hanno fallito, serve un'accoglienza diffusa". Ancor più duro Eugenio Giani, presidente dem della Toscana: “Per quel che mi riguarda non darò l’ok, non esprimerò mai la condivisione a nessun Cpr in Toscana, si sta prendendo in giro gli italiani. Cosa c’entra il Cpr con la risposta ai flussi emergenziali così forti che arrivano?".
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Persino Luca Zaia, dal Veneto, leghista doc poco incline ad agitare polveroni a casa sua, esplicita tutti i mal di pancia per l’ultima misura di Giorgia Meloni e dei suoi ministri: “Puntare sui rimpatri è come svuotare il mare con un secchio – è l’accusa di Zaia – Ci saranno anche i Cpr, ma non ce la faremo mai. E per ogni migrante rimpatriato servono quattro poliziotti che lo accompagnano, se dobbiamo accompagnare 150 mila persone all’anno, paralizziamo il Paese".