Migranti, Parigi minaccia l’Italia: ma Meloni fa più gli interessi dell'Ue

I nostri cugini amanti del formaggio devono capire che “qualcosa è cambiato” rispetto ai governi precedenti che andavano a Bruxelles con il cappello in mano

Di Giuseppe Vatinno
Politica

Migranti, mai si era visto un ministro degli Esteri pronunciare minacce simili: il caso Italia-Francia 

Eppure questa signora dall’aspetto arlecchinesco (veste rosso e viola insieme) e rinsecchito che minaccia l’Italia porta un cognome di origine italiana, Catherine Colonna, magari pronunciato alla francese, storpiandolo in Colonnà, ma pur sempre denota le sue origini. Infatti questa nuova Savonarola parigina, ministro degli Esteri, dovrebbe ricordarsi delle sue origini corse e non solo farlo quando è stata nominata (peraltro pessima) ambasciatrice in Italia dal 2014 al 2017. Invece ricorda solo la sua origine contadine nei suoi modi inurbani e assolutamente non consoni al suo ruolo diplomatico.

La signora Colonna ha infatti minacciato apertamente l’Italia per la questione dei migranti in una intervista al quotidiano gaullista La Parisien e sul rifiuto dello sbarco alla Ocean Viking ha trillato: "La decisione dell’Italia è scioccante perché i meccanismi europei di aiuti e di ripartizione dello sforzo di solidarietà funzionano. Il comunicato con il quale Giorgia Meloni considera, parlando a nome nostro, che spetta alla Francia accoglierli, entra in totale contraddizione con quello che ci siamo detti. Questi metodi non sono accettabili". 

Alla domanda di cosa pensassero di fare i francesi ha poi risposto in modo ancor più sgangherato: "Se l’Italia persiste con questo atteggiamento ci saranno conseguenze. Da parte nostra abbiamo sospeso la redistribuzione dei migranti in arrivo dall’Italia e rafforzato i controlli alle frontiere franco-italiane. Bisogna richiamare Roma al suo dovere di umanità. Nella speranza che comprenda il messaggio".

Forse le “conseguenze” che paventa questa coreografica Giovanna D’Arco in sedicesimo saranno nella limitazione dei pessimi formaggi francesi e dell’insipido –rispetto ai nostri- vinello della Borgogna, ma questo sarebbe un bene per il nostro Paese che ha prodotti nettamente migliori. O forse la donzella ci minaccia di bombarde e affini e forse allora un bel TSO internazionale servirebbe a ripristinare perlomeno i confini della buona decenza.

In ogni caso mai si era visto un ministro degli Esteri pronunciare minacce simili nei confronti di uno Stato, l’Italia, non solo confinante ma con cui ci sono secoli di rapporti bilaterali. Altra cosa che ha fatto irritare Roma in questo messaggio è la presa per i fondelli del richiamo dell’Italia al “suo dovere di umanità”, detto da una nazione, la Francia, che nottetempo riporta in Italia di nascosto i migranti che ha accettato (in genere li respinge brutalmente) di giorno a favore di telecamere.

Sì, perché la polizia di frontiera d’Oltralpe è stata più volta beccata dalle telecamere di sorveglianza italiane a fare questo giochetto a Ventimiglia. In un articolo di oggi Libero fa notare come la Francia -da giugno ad ottobre- abbia accolto solo 34 dei sessantamila migranti arrivati in Italia.

Ma come mai la Francia sta dando di matto in questo modo spropositato esponendosi peraltro ad una pessima figuraccia internazionale? Infatti Parigi aveva in un primo tempo accettato l’accordo sulla nave che Roma considera di trafficanti di esseri umani. Il fatto è che Macron sperava che i termini della vicenda rimanessero riservati, dimostrando ancora una volta la sua insipienza politica ma anche umana.

La Francia non ha previsto una cosa banale e cioè che nel mondo dell’informazione immediata qualche politico italiano si sarebbe (giustamente) vantato dell’accordo presentandolo come una vittoria. E stiamo parlando della Lega e di Matteo Salvini. Macron -che è sotto elezioni- si è visto crollare il mondo addosso: l’opposizione della madame Marine Le Pen si è infatti scatenata, ed ha un terzo del Parlamento.

A quel punto, vistosi scoperta, Parigi ha dovuto fare la voce grossa. Il punto è che i nostri cugini amanti del formaggio devono capire che “qualcosa è cambiato” rispetto ai governi precedenti che andavano a Bruxelles con il cappello in mano a svendere l’Italia. Si pensi solo al Gatto Mammone Paolo Gentiloni che quando era capo dell’esecutivo ha solo lavorato per i suoi interessi personali, danneggiando il suo Paese.

Infatti, dopo il suo mandato a Palazzo Chigi, si è trovato un comodo posto di commissario all’Economia nell’UE, che sono l’equivalente dei trenta denari di storica memoria. Vogliamo parlare poi dello strapuntino persico che Bruxelles vuole dare a Luigi Di Maio dopo che è rimasto senza lavoro e teme il bibitaggio vesuviano?

Ora Giorgia Meloni non ha certo bisogno di andare a mercanteggiare il suo futuro in Belgio e quindi finalmente fa interamente i nostri interessi, cioè quelli dell’Italia, altissimo compito a cui è stata chiamata dal suo popolo con il voto dello scorso 25 settembre.

La questione migranti ha due aspetti, uno politico e l’altro istituzionale. Quello politico implica che l’Italia, e anche la Grecia, Cipro e Malta, non possono rappresentare da sole i confini dell’UE, lasciamo perdere per il momento la solita Spagna che si è sfilata per lucrare qualche fondo in più. Questo concetto dei confini deve essere ben chiaro ai galletti francesi.

E poi c’è un aspetto tecnico, cioè legislativo, riguardante l’interpretazione dei trattati internazionali regolati dagli accordi di Dublino. Finora si è trattato di una interpretazione a senso unico e cioè l’Italia si prende tutto nell’ottica che sia la discarica d’Europa ed è questo che il nuovo governo ha contestato a Bruxelles e Parigi, proprio perché gli accordi permettono, come ogni legge, l’interpretazione. In tutto questo si inserisce poi un terzo corno del dilemma e cioè l’aspetto umanitario. Lo stesso papa Francesco compiendo un clamoroso endorsement ha dichiarato che il peso dell’accoglienza non può gravare tutto su Roma, ma deve essere condiviso dall’Europa. Appunto. Con buona pace della ministra isterica dalle terga incollate da troppo tempo al Quai d'Orsay.

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