Migranti, scontro Meloni-Salvini fino a pochi minuti prima del Cdm. Retroscena

Scintille e voci che si sovrappongono in conferenza stampa. Ritirata la norma sul ruolo della Marina che avrebbe tolto potere al leader della Lega

Politica

Cdm Cutro, così Salvini ha respinto il blitz di Crosetto sulla Marina

La strage di migranti sulle coste calabresi ha portato il governo a Cutro, proprio nel luogo della tragedia costata la vita a 72 persone, a organizzare il vertice straordinario voluto dalla premier Meloni. Anche in Calabria, la presidente del Consiglio ha dovuto muoversi - si legge sul Corriere della Sera - alla ricerca di un difficile equilibrio. Una posizione che ha rinvigorito la sfida sottotraccia con Matteo Salvini per il primato su un tema, la questione migratoria, che sta diventando un pilastro dell’azione del governo. Le foto della giornata raccontano una squadra compatta, ma le carte, le parole e la mimica dei protagonisti rivelano quanta tensione abbia accompagnato la stesura del decreto che inasprisce le pene per gli scafisti e le organizzazioni criminali. Il braccio di ferro sulle norme dei decreti sicurezza di Salvini, che la Lega voleva inserire e Fratelli d’Italia è riuscita a tenere fuori dal testo, è durato fino all’ultimo minuto. Il pre-consiglio che doveva tenersi mercoledì pomeriggio è slittato a ieri mattina e in quella sede c’è stato un altro incidente che rivela le fibrillazioni interne.

All’articolo 10 del decreto la Difesa, guidata da Crosetto - prosegue il Corriere - ha tentato il blitz con una norma che, rafforzando i compiti della Marina militare sulla sorveglianza marittima, avrebbe dato un ruolo importante ai comandanti delle navi da guerra. Salvini, temendo un ridimensionamento della Guardia costiera, è insorto e anche altri ministri hanno protestato con il sottosegretario Alfredo Mantovano, che ha coordinato le trattative per la stesura del decreto. Il leader della Lega è deluso perché ben poco delle sue richieste è entrato nel testo definitivo, eppure fa buon viso e per tre volte cita la premier chiamandola affettuosamente «Giorgia». Ma in conferenza stampa emergono le tensioni, con le loro voci che si sovrappongono.

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