Natalia Aspesi su Giorgia Meloni: "Dobbiamo proteggerla"

La storica giornalista risponde una lettrice su l'inserto del quotidiano "La Repubblica"

Politica

Scrive Natalia Aspesi sulla premier: "È anche al mondo che deve rendere conto, e sta cercando di farlo"

Natalia Aspesi, storica giornalista, attivista e femminista, parla di Giorgia Meloni, avversaria politica e ideologica, dalle pagine de "Il Venerdì", l'inserto quotidiano di Repubblica, in risposta a una lettrice che scrive così: " La Giorgia de noantri ha presentato la Manovra, l’ex Finanziaria di altri tempi. Ma sempre grami per carità. Tira da una parte e si scopre l’altra, metti una pezza e si apre una voragine.

La Giorgia ne esce inevitabilmente provata. Ora la mia non vorrebbe essere una difesa, rimane sempre un’avversaria politica; ma è l’unica premier che abbiamo a disposizione: volenti o dolenti la dovremmo tutti coccolare, farla stare il meglio possibile, con scioltezza”.

Natalia Aspesi, che prima delle elezioni di settembre aveva invitato le donne a non votarla "perchè ragiona come un uomo" risponde: "Penso anch’io che questa è, e fin che c’è, pur stando molto all’erta, dobbiamo non solo accettarla, ma addirittura proteggerla”.

Parole che ricordano quelle che pronunciò Alessandro Giuli in risposta a Travaglio, da Lilli Gruber: “La Meloni è l’unico bene rifugio della politica italiana“. 

Nella risposta di Natalia Aspesi prevale il "noi" sull'io. Il momento storico è delicato, ci sono la guerra in Ucraina e le sue conseguenze: la crisi energetica, l'inflazione. Giorgia Meloni in qualità di Presidente del Consiglio deve attutire i costi che lievitano delle famiglie e delle imprese, la strada non è facile ma lei ci prova. E Aspesi le riconosce il lavoro che sta facendo, anche se è un'avversaria politica di cui non condivide le ideologie. 

Questa la risposta completa di Natalia Aspesi alla lettrice:  "Penso anch’io che questa è e fin che c’è, pur stando molto all’erta, dobbiamo non solo accettarla, ma addirittura proteggerla. Perché per noi ma anche per lei, il pericolo viene da chi lei stessa si è scelta, personaggi che non si sa dove si erano nascosti finora, e che adesso, nella loro impreparazione, possono vendicarsi del mondo che non capiscono, talebani che sino ad adesso erano stati relegati nel nulla.

È vero che la quantità di sciocchezze che dicono ci distoglie dalle manovre di governo, atte a rendere chi non ha sempre più mendicante, e chi ha sempre più abbiente, più facile rubare gli euro di mancia ai camerieri che far pagare le tasse a chi fa queste proposte da schiavisti.

Ma è anche al mondo che la nostra premier, che ha già le occhiaie, deve rendere conto, e sta cercando di farlo: non credo che i suoi sodali l’aiuteranno, a loro del Paese e pure di lei non importa nulla: quello che conta è affidare ai loro protetti, e a vanvera, posti di prestigio e potere: come la presidenza del Maxxi, il Museo delle Arti del XXI Secolo di Roma, a un notista politico (non artistico) del quotidiano Libero, di cui non ricordo il nome.

Forse la Meloni, con tutto quel consenso, credeva che sarebbe stato facile, invece da già segni di stanchezza, di nervosismo. Ed è in queste situazioni quando uno si sente accerchiato e oltraggiato, che nascono le dittature". 

 

 

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