Norma anti-rave, subito modifiche. Sisto: "Bisogna evitare le intercettazioni"

La spinta dell'ala garantista in maggioranza per definire meglio il reato. Il neo sottosegretario: "Ridurre la durata della pena sotto i 5 anni"

Politica

Norma anti-rave, in maggioranza c'è chi spinge per cambiare il testo

Il governo Meloni, appena 48 ore dopo avere approvato la legge anti-rave, adesso pensa già a modifiche. Le pressioni per mettere mano al testo arrivano dall'ala garantista della maggioranza. Il decreto presentato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi - si legge sul Corriere della Sera - mostra almeno due criticità, sulle quali esponenti della stessa maggioranza chiedono di intervenire: l’eccessiva genericità della norma per definire "l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati" e la possibilità di intercettare alla ricerca di ipotetici responsabili del nuovo reato. Le modifiche spetteranno al Parlamento chiamato a convertire il decreto in legge entro la fine dell’anno.

Proprio la possibilità di intercettare chi organizza i raduni potenzialmente illegali - prosegue il Corriere - è uno dei problemi segnalati nel neo-viceministro di Forza Italia Francesco Paolo Sisto. Ha ribadito che la premier Giorgia Meloni e il suo vice (nonché ministro degli Esteri) Antonio Tajani hanno specificato che «le intercettazioni non devono essere possibili» in questo tipo di indagini, cioè il contrario di quanto previsto dal decreto che fissa a sei anni di carcere il tetto massimo della pena prevista; sopra i cinque, infatti, i pubblici ministeri hanno diritto a chiedere e ottenere le registrazioni dei colloqui. Sisto ha già individuato la soluzione: «L’unico sistema è portare la pena a un livello che inibisca l’uso delle intercettazioni», quindi sotto i cinque anni.

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