Open to Meraviglia della Santanchè finisce in tribunale: "Non hanno i diritti"

Nuovi guai per la campagna sul turismo "italiano" con il regista olandese, il vino sloveno e l'utilizzo di una piattaforma israeliana. Una testimonial fa causa

Politica

Open to Meraviglia, Brindisi diventa "Toast" e l'amica ad della ministra

Non smette di far discutere la campagna "Open to Meraviglia" da 9 milioni di euro della ministra Santanchè per promuovere il turismo in Italia. Selvaggia Lucarelli svela nuovi retroscena sullo spot al centro delle polemiche. Dopo la Venere influencer che mangia la pizza sul lago di Como, i brindisi girati in una cantina slovena e la città di Brindisi tradotta "Toast" (brindisi in tedesco), si aggiunge anche - si legge sul Fatto Quotidiano - il rischio di una denuncia. Nell’ormai famoso passaggio del video promozionale della campagna, in cui un gruppo di ragazzi brinda con un vino sloveno in una cantina slovena, diretto da un regista olandese che ha venduto il materiale a una piattaforma israeliana (alla faccia del Made in Italy), una delle ragazze protagoniste è italiana. Si chiama Chiara ed è una giovanissima modella triestina che si è rivolta a un legale.

"Avevo girato questo video - spiega la ragazza al Fatto - dopo la pandemia, quando tornare alla normalità sembrava un miraggio. Ero appena maggiorenne, doveva essere un semplice dare una mano a dei ragazzi a creare dei contenuti, ma nessuno ci aveva detto che saremmo finiti su piattaforme stock, non siamo stati pagati e non abbiamo mai firmato nulla, nessuna liberatoria o cessione dei diritti di immagine. Quindi mi sono rivolta a un avvocato". A promuovere la campagna è Enit, agenzia nazionale per il turismo, che ha cambiato forma tre volte in meno di 20 anni e tre amministratori delegati in meno di due. Ora è guidato da Ivana Jelenic, rapporto assai saldo con la ministra, proprietaria di un’agenzia viaggi nel Perugino con zero dipendenti e presidente della Fiavet, l’associazione delle agenzie di viaggio fisiche.

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