Ora che Soumahoro la rischia grossa, spariscono i suoi sponsor Bonelli e Zoro

Soumahoro ha poco tempo per fare ricorso ma la sua situazione è molto complicata perché riguarda pure il Pd...

Di Giuseppe Vatinno
Aboubakar Soumahoro
Politica

Soumahoro rischia il seggio parlamentare, dove sono finiti i suoi "sponsor" Damilano, Bonelli, Zoro e...

Avevamo lasciato quasi un anno fa l’onorevole Soumahoro che prendeva le distanze da moglie e suocera – ora agli arresti - sulla incredibile gestione dei fondi cooperativi, quando un’altra legnata gli è piovuta addosso. Ma questa volta riguarda proprio lui e non i parenti. Le contestazioni – che gli fanno rischiare il seggio - ad Aboubakar Soumahoro arrivano dal Collegio di garanzia elettorale della Corte d’Appello di Bologna.

Si tratta di illeciti amministrativi e non penali che però sono gravi e guarda caso riguardano sempre i soldi che in questa famiglia paiono essere la stella polare. Già il 29 settembre scorso il deputato aveva ricevuto una ammenda di 40 mila euro che ora è diventata ingiunzione di pagamento perché la sua difesa non ha affatto convinto i giudici. Nel frattempo il Presidente della Corte ha segnalato agli appositi uffici della Camera e soprattutto al Presidente Lorenzo Fontana la violazione amministrativa.

Ora Fontana si deve pronunciare sul destino di Soumahoro che rischia non solo di decadere (le irregolarità contabili sono causa di ineleggibilità) ma anche di dover restituire tutto quello che ha guadagnato finora. Il deputato di colore ha – come al solito - prontamente dichiarato: “Le contestazioni di irregolarità che mi vengono mosse riguardano aspetti meramente formali. I fondi sono stati tutti utilizzati per la campagna elettorale. I miei avvocati stanno predisponendo il ricorso per confutare con precisione gli addebiti. La giunta delle elezioni, che è l’organo parlamentare competente, riceverà quanto prima la mia documentazione per fare piena luce su ogni aspetto. Sono sereno, dimostrerò la mia assoluta trasparenza”.

Soumahoro ha poco tempo per fare ricorso ma la sua situazione è molto complicata perché riguarda pure il Pd perché il mandatario elettorale del collegio dove è stato eletto in Emilia–Romagna assicura di aver avuto il mandato al momento della candidatura e non successivamente, come sembrerebbe dai controlli della Corte d’Appello. C’è poi una discrepanza di 12.000 euro sulla rendicontazione che può essere vista sul sito della Camera.

Ma, beato lui, Soumahoro dice di essere “sereno”, termine peraltro poco auspicabile dopo l’utilizzo brutale che ne fece Matteo Renzi sul povero Enrico Letta. Ma al di là di queste questioni tecniche c’è la cifra politica. Il “deputato con gli stivali”, così chiamato perché si presentò in Parlamento con gli stivali sporchi di fango a declamare la sua vittoria (tanto pulivano gli addetti), non ha mai convinto l’opinione pubblica che non sapesse assolutamente niente di quello che stavano combinando la moglie e la suocera. Ci furono anche accuse dirette al deputato di circondarsi di caporali. Striscia la Notizia se ne occupò meritoriamente a fondo.

Ma è tutto l’agire di Soumahoro che non ha mai convinto. E pensare che l’intellighenzia di sinistra aveva visto in lui il salvatore della causa progressista. Si arrivò addirittura a presentarlo al Papa. I mandanti dell’operazione mediatica furono Diego Bianchi, in arte “Zoro”, e Marco Damilano che cercavano di costruire artificialmente un nuovo leader, un “Papa Nero” che avrebbe dovuto lottare per i lavoratori e per gli “ultimi del mondo” e si è visto come è andata a finire. A Natale scorso ci fu poi una indimenticabile sceneggiata sui social di un Soumahoro piangente, perché tutto il mondo brutto e cattivo ce l’aveva con lui. Ora la sinistra ma anche il popolo italiano si aspetta le scuse di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni che della candidatura “a sorpresa” del sindacalista nero furono i promotori e gli ideatori.

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