Palermo, i mancati presidenti di seggio: "Pochi 280 € e poi c'era la partita"
Il gravoso impegno unito alla festa promozione per il ritorno in Serie B dei rosanero ha generato il caos. Fdi: "Togliamogli il Reddito di Cittadinanza"
Elezioni Palermo, esplode la protesta di Fdi: "Togliamogli il Rdc"
Le elezioni a Palermo hanno fatto registrare il caos ai seggi. Troppe le assenze tra i presidenti designati e tempi lunghissimi per trovare sostituti e far partire regolarmente le votazioni. I motivi di questi disagi sono dovuti a diversi fattori che si sono tutti intrecciati tra loro generando polemiche a non finire. Ieri alle 23 a Palermo - si legge su Open - si sono scatenati i fuochi d’artificio e i cortei. Ma non c’entrava il referendum sulla giustizia e men che meno si festeggiavano i risultati delle elezioni comunali. La festa riguardava il ritorno dei rosanero in Serie B dopo la vittoria per 1-0 sul Padova. Lo spareggio promozione è indicato come uno dei motivi per spiegare il caos dei seggi nel capoluogo siciliano, dove già da sabato sono spariti i presidenti. Ne mancavano all’appello 170, poi ridottisi a 50.
Uno dei presidenti disertori, sotto richiesta di anonimato, spiega che c’è anche una questione economica: "Ci sono sette schede e nove scrutini da fare: cinque referendum, sindaco, consiglio comunale, presidente di circoscrizione, consiglio di quartiere. Sa quanto prendiamo? 288 euro. Gli scrutatori 208. Per quattro giorni di lavoro, senza orario. Sabato dalle 15,30 alle 2 di notte. Oggi dalle 6 e chissà quando si finisce. Domani si farà notte e probabilmente bisognerà tornare anche martedì. Almeno 40 ore. Cinque-sette euro l’ora, altro che salario minino". Fratelli d'Italia durissima con i disertori: "Togliamogli il Reddito di Cittadinanza agli assenti ingiustificati".