Paola Belloni, la compagna di Schlein fa la lagna: solidarietà a Diva e Donna

La fidanzata della Schlein è zompata fuori a lamentarsi perché “Diva e Donna” ha pubblicato un servizio sulla sua storia...

Di Giuseppe Vatinno
Paola Belloni ed Elly Schlein
Politica

Paola Belloni e il caso delle foto su Diva e Donna

Doveva accadere. Sembrava strano che non accadesse ed infatti è accaduto. Paola Belloni la fidanzatə della Schlein, è zompata fuori a lamentarsi perché “Diva e Donna” (edito da Cairo) ha pubblicato un servizio sulla sua storia e lei ha replicato piccata con un post su Instagram, il social che piace alla gente che piace. Riportiamo per correttezza tutto il testo.

“Non mi hanno vista arrivare" e quindi hanno tirato fuori i teleobiettivi. Carə giornalistə di Diva e Donna settimanale comunicare a mezzo stampa l’intimità affettiva di una persona è un atto ingiusto e si chiama outing. Io ne son stata travolta, ma per fortuna non annichilita, perché ho una rete amicale e familiare che mi sostiene.

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Mi chiedo solo cosa sarebbe successo se io questa rete non l’avessi avuta.In Italia non abbiamo il matrimonio egualitario, non abbiamo tutele per i figli e le figlie di famiglie omogenitoriali, non abbiamo una legge contro l'omolesbobitransfobia. Siamo un Paese dove migliaia di "Spatriati", per dirla con Desiati, vivono o lasciano le proprie province pieni di graffi e di segreti. Il coming out è una scelta personale, che deriva anche da un'analisi della propria rete sociale.

Ma mi rendo conto che essere la compagna di una figura pubblica vi abbia fatto pensare di avere il diritto di esporre me quanto è esposta lei”. Ammetto però che la foto con la papalina di lana in testa e con il sacchetto dei bisogni di Pila in mano era notevole. Avete regalato meme alle mie amiche per i prossimi dieci anni.P.S. Detto tutto questo ora torno alla mia vita privata che spero resti sempre la stessa. Anche se senza papalina. L’ho buttata”.

Procediamo ad un’analisi sintattico-linguistica del testo. “Non mi hanno visto arrivare”, è lo scontato inizio con una frase ad effetto che ormai è più usurata di una battura su Andreotti e il potere. Un post lamentoso, risentito e lunare in cui si lamenta il fatto che i giornalisti hanno svolto il loro mestiere e cioè quello di informare di chi sia e come si chiami e le hanno quindi fatto fare involontariamente “outing”.

Non poteva mancare l’esercizio radical –chic dell’utilizzo dell’orribile “Schwa” e cioè del simbolo grafico della “a capovolta” per indicare una neutralità di genere che in realtà serve solo a marcarla a fuoco. Una delle più avanzate frontiere della deturpazione linguistica. Poi compare un altro mostro linguistico l’omolesbobitransfobia a cui però bisogna cominciare a replicare con la “cisfobia” che invece è la paura del normale, cioè dell’eterosessuale. Poi la Belloni ci vuole far sapere che è una persona di cultura, magari vede pure i film di Moretti, ed ha letto il libro di Mario Desiati, “Spatriati”, vincitore dell’ultimo Premio Strega, in cui si identifica pienamente.

Il finale è tra l’ingenuo e il coreografico e cioè la ragazzə si lamenta perché secondo lei anche se è la compagna di un personaggio pubblico famoso non dovrebbe essere esposta. E chi lo dice? Tutti i compagni, i parenti, gli amici e pure i gatti di personaggi pubblici sono automaticamente esposti e la Schlein ha vinto proprio anche grazie a questa sua diversità che fa notizia.

La coppia invece vorrebbe avere la botte piena e la moglie (è il caso di dirlo) ubriaca, ma non è possibile. Un pessimo esordio pubblico per chi doveva aspettarsi questa naturalissima reazione anche se si è affetti da “mediofobia” per chi lavora ed ha il diritto/dovere di informare i suoi lettori. Quindi tutta la solidarietà a “Diva e donna”.

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