Pd, ecco perché l'elezione dell'outsider Elly Schlein sarà la rovina di Conte

L'avvocato del popolo è assediato da macigni ingestibili: gli è saltato il piano di conquista del Pd e gli si sta muovendo contro la magistratura

Di Giuseppe Vatinno
Schlein e Conte
Politica

Pd, l'elezione di Elly Schlein è una catastrofe per le ambizioni di Giuseppe Conte. Analisi 

La vittoria alle primarie del Partito democratico di Elly Schlein è un disastro per Giuseppe Conte e i Cinque Stelle. Abbiamo più volte parlato del progetto dell’ex premier di infiltrare il Pd e di conquistarlo dall’interno: una manovra di pura speculazione politica che rivela tutto il trasformismo di cui sono capaci i partiti populisti.

Conte, come noto, ha esordito come “avvocato del popolo” nel cosiddetto governo giallo – verde, un governo di destra, il che non impensierì più di tanto Beppe Grillo e company che si mossero con la nota spregiudicatezza che li contraddistingue. Uno dei primi obiettivi furono i migranti e i decreti sicurezza promulgati proprio con Conte, per non parlare della gestione del Covid che vede l’ex premier indagato dalla procura di Bergamo per il reato di epidemia colposa. Poi è noto il balletto politico che ha fatto diventando di nuovo Primo ministro nel governo Giallo – Rosso e poi facendo alfine cadere Mario Draghi dopo essersi riciclato come “pasionario rosso” di opposizione.

Pd, l'outsider Schlein rovina Giuseppe Conte 

Ma ora un fatto imprevisto è avvenuto: l’outsider Schlein è diventata segretario del più grande partito di opposizione mettendosi di traverso ai piani di conquista che lo scaltro avvocato pugliese aveva (ed ha) in programma. Perché Conte stava (e sta) puntando il Pd. Lo vuole infiltrare per poi cambiarlo e farlo diventare Cinque Stelle e restare così in sella. Peccato che la Schlein ideologicamente sia identica non a Conte, che ha cambiato troppe volte idea, ma proprio a Beppe Grillo, tanto che ha vinto grazie alle “primarie allargate” a cui sono andati a votare in massa i grillini, come i dati confermano.

Se ci fosse stato Bonaccini, invece, Conte avrebbe proseguito in disturbato la sua opera ma con la Schlein vittoriosa ora si trova i suoi piani ingolfati. Già i primi segnali si vedono. Massimo Bugani, che fu a Roma “consigliere” durante la disastrosa gestione Raggi, ha già annunciato la transumanza nel una volta odiato “Pdl – L” e altri si peparono.

A breve vedremo forse Grillo ottenere la tanto ambita tessera del Pd che Piero Fassino gli rifiutò. Tutto questo però preoccupa molto “Giuseppi” come lo chiamava Trump quando era il capo del governo di destra. Questa volta il giochetto trasformista con annessa conquista del Pd gli è stato bloccato dalla inaspettata vittoria.

Conte è assediato da macigni difficilmente gestibili perché non solo gli è saltato il piano di conquista del Pd ma contemporaneamente, come detto, gli si sta muovendo contro la magistratura. Vuoi vedere che questa volta, dopo aver fatto fuori nell’ordine Salvini, Di Maio, Grillo, Zingaretti, Renzi e Draghi, una sbarazzina ragazza svizzera fa fuori lui?

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