Pd: lo spettro delle regionali spinge Letta ad anticipare il congresso
Elly Schlein prepara un annuncio sui social. I leader delle varie correnti si consultano per stringere i tempi
Pd, Orfini: "Alle regionali in queste condizioni rischiamo grosso"
Una costituente che sappia dare una identità e una collocazione certa a un partito su cui ha ricominciato ad aleggiare lo spettro della scissione: "Credo che se noi non troviamo una base comune di valori tra posizioni diverse che in questi anni si sono manifestate nel nostro partito, possiamo anche rischiare una scissione", ha detto nelle scorse ore il sindaco di Firenze, Dario Nardella, dato come uno dei possibili competitor di Stefano Bonaccini per la segreteria. Oltre al sindaco e al presidente dell'Emilia-Romagna, in corsa potrebbe esserci anche Elly Schlein, che oggi ha fatto sapere di voler dire la sua sul congresso: l'appuntamento è per domani alle 14,00 sul profilo Instagram della deputata Pd.
A convincere i dem a bruciare le tappe c'è l'attivismo degli interlocutori dell'opposizione. "Se andiamo a votare alle regionali in queste condizioni rischiamo grosso", dice Matteo Orfini: "Dovremmo arrivarci con un segretario eletto e nel pieno dei suoi poteri". Un auspicio fin troppo ottimistico per una fonte parlamentare di Base Riformista che spiega: "Si può anticipare qualche settimana, ma per la metà di febbraio non ce la facciamo. O comunque è complicato, anche solo per ragioni di statuto". La preoccupazione tra le fila parlamentari del Pd è tangibile. Anche perché, a fronte del lavoro lungo e profondo che attende i dem, ci sono forze politiche che ne approfittano per erodere consenso con incursioni nel campo dem. L'allarme lo lancia lo stesso Enrico Letta: "Ora basta. Conte, Calenda e Renzi facciano opposizione al Governo, invece di fare opposizione all’opposizione", dice il segretario per il quale centristi e pentastellati starebbero lavorando, non già contro il governo, ma contro il Pd. "Siamo oggetto di una quotidiana 'opposizione all’opposizione' e questo fa da sfondo al congresso e incide sul suo svolgimento nel racconto pubblico", aggiunge Letta.
Intanto il clima, fra i parlamentari, è di mobilitazione totale. I capannelli in Transatlantico, come spesso succede, sono il sintomo di qualcosa che si muove veloce nel Partito Democratico. Su un divanetto Andrea Orlando, Gianni Cuperlo e Peppe Provenzano. La sinistra del partito. Poco distanti, gli esponenti di Base Riformista con Lorenzo Guerini, Alessia Morani, Andrea De Maria. E poi i 'laziali' Matteo Orfini con Claudio Mancini e i 'lombardi', Vinicio Peluffo e Silvia Roggiani. E, per pochi minuti, compare anche Dario Franceschini. L'esponente di riferimento di Areadem non si esprime sui tempi del congresso, ma una esponente di spicco a lui vicina, Marina Sereni, sottolinea che "il nuovo Partito Democratico di cui abbiamo bisogno deve nascere prima possibile. Qualche settimana fa, nella riflessione a caldo dopo il voto, auspicavo un tempo adeguato per fare questa discussione di fondo. Oggi però, alla luce di quello che sta succedendo intorno e dentro al Pd, sento che non possiamo permetterci un percorso troppo lungo"
Pd, Letta prova ad anticipare il congresso
Anticipare il congresso, comprimendone i tempi: un'ipotesi che prende sempre più piede nel Partito Democratico, almeno a scandagliare i parlamentari dem che, in queste ore, sono impegnati in una girandola frenetica di riunioni e contatti. E Monica Nardi, portavoce del segretario, spiega all'AGI che "Letta sta lavorando in queste ore a verificare le condizioni politiche e la fattibilità procedurale per anticipare il congresso, cercando un punto di caduta tra le varie anime del partito che non scontenti nessuno e che contemperi la necessità di approfondimento con l'esigenza di avere una leadership rinnovata per affrontare questa fase politica".
Il leader dem aveva, d'altra parte, già aperto a questa possibilità, dicendo che con l'impegno di tutti per far funzionare la fase costituente è possibile comprimere la fase delle primarie. E oggi anche Andrea Orlando - uno degli esponenti che ha battuto fino all'ultimo perché quello che si è appena aperto possa rappresentare un congresso "costituente, profondo e fondativo" - si spinge a dire che se la costituente deve essere affrontata come un fastidioso cavillo burocratico, "allora è meglio lasciar perdere. Una iperbole, certo. Ma prima d'ora, Orlando e gli altri esponenti della sinistra dem non avevano mai accennato a questa possibilità. Il problema non sono i tempi, spiegano fonti dem a Montecitorio, ma come fare il congresso costituente. Il ragionamento è che la fase costituente, quella della chiamata e della discussione - per la quale il segretario metterà presto a disposizione una 'bussola' per orientarsi sui nodi da sciogliere - si può concludere anche in un mese e mezzo. Il segretario Enrico Letta rivendica l'unicità del Pd che, in un panorama di partiti leaderistici ed egoriferiti, è l'unica forza politica a celebrare un congresso. E sottolinea che servirà a riscrivere "il manifesto dei valori, fermo al 2007: pre Lehman Brothers, pre Brexit, pre Trump, pre Covid, pre Ucraina", oltre a questo, "col congresso fisseremo l’agenda della nostra opposizione, nel Paese e in Parlamento. Ci saranno, da qui a Natale, eventi pubblici e una grande mobilitazione, nei nostri circoli e attraverso una larga consultazione su tutti i nodi principali, tematici e organizzativi".