Pd, Marcucci: "Il rapporto con il Terzo Polo deve essere preferenziale"

Il nuovo Pd di Elly Schlein/ Intervista di Affaritaliani.it ad Andrea Marcucci, ex capogruppo al Senato e consigliere della Fondazione Einaudi

Di Alberto Maggi
 Andrea Marcucci
Politica

Marcucci: "Io ancora nel Pd? Aspetto le prime mosse di Schlein e decido..."

Che cosa pensa del Pd guidato da Elly Schlein?
"Aspetto come tutti l’assemblea nazionale di domenica per le prime indicazioni della nuova segreteria. Nella campagna per il congresso, Elly Schlein è stata molto netta, a tratti, mi è sembrato più che un ritorno al futuro, un ritorno al passato verso un partito identitario. La fortuna del Pd in tutti questi anni è stata quella di andare oltre gli steccati di appartenenza, tornare indietro non è molto consigliabile".

Non teme che con Schlein il Pd possa riavvicinarsi al Movimento 5 Stelle?
"Segnalo che resta un problema molto grande, anche nei sondaggi diffusi ieri. Il Pd sale a dispetto dei 5 stelle, ma non erode neanche un voto alla destra. Vincere a casa propria è un conto, convincere il Paese un altro. Inoltre certo, ci sarebbe anche un’altra ‘piccola’ questione: sulla guerra in Ucraina e sulla giustizia, le posizioni del M5S sarebbero diametralmente opposte alla nostre. Che facciamo, chiudiamo un occhio?".

Lei si sente ancora rappresentato da questo Pd?
"Vediamo domenica e dopo le prime decisioni di Elly Schlein. Io sono un socio fondatore del Pd, mi sento rappresentato da un partito che tiene in equilibrio le sue impronte culturali, quella socialdemocratica, quella cattolico popolare, e quella laico liberale. Non ho mai contrapposto Gramsci a Gobetti, ho semplicemente detto che anche nel Pantheon valoriale di un partito che si chiama ancora democratico, bisognerebbe dare più spazio anche ai maestri di altre tradizioni politiche".

Per tenere unito il partito, secondo lei, presidente del Pd potrebbe essere Dario Nardella o Stefano Bonaccini?
"Non è questione di nomi ma di linea politica. Quella di Elly Schlein fatico a vederla, non l’ho ancora chiaramente capita".

Il Pd dovrebbe allearsi con il Terzo Polo di Calenda e Renzi?
"Da tempi non sospetti, dico che il rapporto con il Terzo Polo dovrebbe essere preferenziale, senza escludere su singoli temi altre alleanze. Ero capogruppo del Pd quando è nato il Conte due, con il M5S, la sinistra e la neonata Italia Viva. Non ho pregiudizi".

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