Pd "normale" che punti sui diritti sociali. Le Regionali rafforzano Bonaccini
Le ripercussioni del voto in Lombardia e nel Lazio sulla sfida interna ai Dem
Il Pd resta il baricentro delle opposizioni, di fronte al disastro di M5S e Terzo Polo
Il Partito Democratico guadagna come lista qualcosa in Lombardia rispetto alle Politiche e tiene bene nel Lazio. Il tutto di fronte allo smembramento delle altre opposizioni, con il Terzo Polo ridicolizzato dal risultato di Letizia Moratti e dal disastro della lista nel Lazio. Per non parlare dei 5 Stelle di Giuseppe Conte, scomparso in Lombardia mentre a Roma ha perso la metà dei voti doppiato dal Pd quando sognava il sorpasso.
Nonostante tutto, il Pd è ancora il baluardo dell'opposizione a Giorgia Meloni e al suo governo, nel quale la Lega è in qualche modo risorta. Questo risultato elettorale, all'interno degli stessi Dem, viene letto come un buon viatico per Stefano Bonaccini nella sida congressuale contro Elly Schlein. L'affluenza in forte calo e il successo delle destra, unitamente al crollo del M5S, non segnala la voglia di rivoluzione nel Paese, ma, semmai, di normalità. Di una forza politica di opposizione pragmatica e concreta che pensa anche ai diritti sociali e che non si ferma solo sulle battaglie per i diritti civili.
Regionali: Schlein, ora cambiare davvero, facciamo la sinistra "La sconfitta di oggi in Lazio e Lombardia è netta, malgrado gli sforzi generosi dei nostri candidati e di chi si è speso per la campagna. Ora bisogna cambiare per davvero, nella visione, nei volti e nel metodo. Solo così si potrà ricostruire un campo progressista e tornare a vincere insieme. L'astensionismo altissimo è una ferita alla democrazia e temo che come a settembre interessi soprattutto le fasce più impoverite, che non trovano più rappresentanza. La destra si unisce e vince nonostante le sue contraddizioni. Noi dobbiamo fare la sinistra, quella che si batte per chi fa più fatica". Lo dichiara la candidata alla segreteria del Pd, Elly Schlein. |
Un Pd insomma che metta al centro il lavoro e che faccia emergere le contraddizioni del governo di Centrodestra, come ad esempio la differenza di trattamento tra Partite Iva e lavoratori dipendenti. Una sinistra che sappia mettere al centro i diritti al lavoro, al sostegno di chi non arriva a fine mese senza scadere nell'assistenzialismo dei 5 Stelle. Non un Pd che pensi quasi esclusivamente alle battaglie come porte aperte a tutti i migranti o diritti per le coppie gay e LGBT.
La tenuta del Pd in sostanza è quella di Nicola Zingaretti prima e di Enrico Letta poi, un Pd baricentro dell'opposizione che non subisce il fascino del M5S ma che sa trattare il Terzo Polo per quello che è numeri alla mano. Insomma, tra i Dem la lettura che esce dal dato delle Regionali è quella di una voglia di normalità, di occuparsi dei problemi quotidiani delle persone e delle famiglie, dalla scuola alla sanità passando per i trasporti e, appunto, il lavoro. Un Pd "normale", concreto e non rivoluzionario che assomiglia molto a quello di Bonaccini e poco a quello di Schlein.