Congresso Pd, candidati al palo. Letta scalda la piazza del 17 dicembre
All'ordine del giorno diversi punti, tra i quali: l'agenda dell'opposizione, la legge di Bilancio, la designazione del Comitato e la definizione delle tappe '23
Pd, da Schlein a Nardella: ancora tante incognite sulle candidature alla segreteria
Giovedì 24 novembre, alle 12,30, la direzione nazionale del Partito Democratico si riunirà nella sede di Sant'Andrea delle Fratte a Roma. All'ordine del giorno ci sono diversi punti, come l'agenda dell'opposizione e la legge di Bilancio; la designazione del Comitato nazionale costituente e la definizione delle tappe e delle iniziative del percorso costituente stesso. Alla composizione del Comitato, l'organismo composto da circa 50 persone, o qualcuna di più, metà donne e metà uomini che guiderà la delicata fase congressuale che si aperta sabato scorso con l'Assemblea nazionale e che si concluderà con le primarie del 19 febbraio 2023, sta lavorando ancora in queste ore il segretario Enrico Letta, con diversi contatti dentro e fuori il Pd.
Quello sulle candidature alla segreteria, al momento, si potrebbe definire infatti come "un gioco di finte e controfinte", in attesa che si faccia sul serio e che lo scacchiere del congresso del Partito democratico sia completo. Ancora troppe, spiegano fonti del Pd all'Agi, le incognite per azzardare previsioni su quali saranno gli schieramenti a sostegno di un nome o dell'altro.
E il primo di queste incognite riguarda Elly Schlein, il nome al quale guarda un pezzo importante del Pd che va da Areadem alla sinistra. Schlein non è iscritta al partito, ma 'solo' eletta nelle sue fila. Finchè vivrà in questa sorta di limbo, non potrà ufficializzare la sua candidatura. Sulla carta, la deputata dovrebbe attendere il termine della fase costituente, quando si cominceranno a raccogliere le firme a sostegno di ciascuna candidatura. Ma potrebbe anticipare i tempi, spiegano fonti parlamentari all'Agi, anche in virtù dell'attivismo di Stefano Bonaccini che, dopo aver ufficializzato la sua corsa, ha intensificato le sue presenze in tv e sui social network.
La seconda incognita riguarda Dario Nardella. Il sindaco di Firenze potrebbe sciogliere la riserva domenica, in occasione del lancio dell'iniziativa Idea Pd, al Cinema Quattro Fontane a Roma. Nardella, che è un punto di riferimento importante fra i primi cittadini del Pd, potrebbe 'spaccare' il fronte schierato con Bonaccini, raccogliendo consensi fra amministratori di diverse aree, da quella liberal a quella socialista. Fonti parlamentari, sottolineano che il fronte a favore di Bonaccini è compatto. "Ma non ci sono correnti che lo sostengono, solo amici che lo stimano e lo supportano", spiega un parlamentare di Base Riformista all'Agi.
L'ultima incognita riguarda quali e quanti candidati saranno in campo a partire dal 22 gennaio. "Molti nomi che si sono fatti avanti in questi due mesi, si faranno indietro", assicura una fonte dem, "altri emergeranno".
Pd, dalla contromanovra all'Autonomia differenziata: il partito si prepara a scendere in piazza il 17 dicembre
Nel frattempo i dem lavorano all'iniziativa di piazza del 17 dicembre. Una risposta nei fatti a Carlo Calenda che contesta la scelta del Pd di scendere in piazza il 17 dicembre. "A me interessa quali sono le controproposte del 5 stelle e del Pd. Delle manifestazioni sulla manovra non me ne può fregare di meno. Se non spieghi cosa faresti, questa è la garanzia di avere la Meloni per 350 anni", ha spiegato Calenda.
Una parte importante del lavoro di opposizione del Pd riguarderà la proposta Calderoli sull'Autonomia differenziata. Il Pd al Sud è compatto. I governatori di Lazio, Campania, Puglia più il segretario regionale della Calabria, Nicola Irto, sono determinati nel far pesare il tema della questione del Sud al congresso che si è appena aperto. Per questo, fonti parlamentari dem, tendono a sminuire le voci che parlano di un prossimo endorsement di Vincenzo De Luca a favore di Stefano Bonaccini.
A separare il governatore campano da quello dell'Emilia-Romagna è proprio l'autonomia differenziata che vede Bonaccini su una linea dialogante e De Luca su quella del no senza se e senza ma. E con De Luca, su questo punto, è schierato tutto quel partito del Sud interno al Pd. C'è poi da considerare, spiegano fonti dem, che De Luca punta a ricandidarsi per la terza volta in Campania e non avrebbe alcun interesse e dividere il partito nel Meridione e, quindi, anche nella sua Regione. Un patto non scritto quello fra Nicola Zingaretti, Vincenzo De Luca, Michele Emiliano più i senatori Nicola Irto e Francesco Boccia che si fonda su una piattaforma che riguarda Sud, Autonomia e Alleanze.
Che poi sono alcuni dei temi che la costituente appena partita è chiamata a dirimere e su cui i governatori del Pd, assieme ai gruppi parlamentari, si sono ritrovati lunedì scorso, durante un seminario che si è tenuto in presenza e da remoto nella Sala Berlinguer della Camera. Al termine del seminario è stata ribadita la netta contrarietà del Pd al progetto di autonomia differenziata del ministro Roberto Calderoli.
Pd, Orlando: “Imboccata la strada sbagliata, non basta il cambio di leadership”
Sul Congresso del Pd, l'ex ministro del Lavoro Andrea Orlando a Tagadà su La7 ha sottolineato che si sta per imboccare “una strada sbagliata”. “Cè una crisi di identità che non si risolve solo con un cambio di leadership", ha ribadito Orlando. “Noi dobbiamo sciogliere i nodi o almeno trovare una sintesi", ha concluso l'ex ministro.