Piantedosi: "Dossieraggio? Ora controlli più severi e rotazioni ai vertici"

Il ministro torna anche sulla strage di Bologna e smentisce De Angelis: "La matrice è neofascista, responsabilità incontrovertibile"

di redazione politica
Il ministro degli Interni Piantedosi durante la conferenza stampa
Politica

Piantedosi: "Sulla strage di Bologna le polemiche sono strumentali. Le responsabilità neofasciste sono chiare"

Il governo Meloni deve fare i conti con la polemica suscitata dalle dichiarazioni del capo della comunicazione della Regione Lazio sulla strage di Bologna, il braccio destro del presidente Rocca ha negato la matrice neofascista e questo ha scatenato una bufera con la premier Meloni che avrebbe chiesto le dimissioni di Marcello De Angelis. Sull'argomento adesso è tornato anche il ministro dell'Interno Piantedosi: "Ho più volte detto pubblicamente - spiega il titolare del Viminale al Corriere della Sera - che la matrice accertata è quella riferita esclusivamente alla verità giudiziaria, che ci ha consegnato una responsabilità incontrovertibile di personaggi militanti nel terrorismo neofascista di quegli anni. Ho fatto chiaramente riferimento alla verità giudiziaria. Ogni strumentale polemica su questo momento è opera di chi pretende di avere l'esclusiva dell'indignazione rispetto a una delle pagine più dolorose e vergognose della nostra storia. Ognuno di noi ha una storia pluridecennale che parla da sé".

Piantedosi affronta anche il tema del dossieraggio, dopo il caso sollevato dal ministro della Difesa Crosetto che coinvolge un sottufficiale della Guardia di Finanza per i presunti ricatti a politici e vip in merito a file segreti e alla fuga di notizie: "Sono certo - prosegue il ministro al Corriere - che i magistrati andranno fino in fondo per far luce sulla vicenda. Un'attività di dossieraggio finalizzata al condizionamento della vita politica, se confermata, sarebbe un'inaccettabile attività di destabilizzazione".

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"Un'azione - ribadisce Piantedosi - molto grave, tanto più se portata avanti da servitori infedeli dello Stato. Su questo, è auspicabile soprattutto l’unità e la compattezza da parte di tutte le forze politiche e sociali. Il presunto tentativo di indebolire sul nascere il governo Meloni ricorrendo al dossieraggio non è andato a buon fine ma il mancato raggiungimento dell’obiettivo non attenua la gravità dei fatti, laddove vengano confermati. Ora penso ad un controllo regolatorio più forte, ove possibile anche da parte di autorità indipendenti, anche già esistenti. E andrà fatta una riflessione sulla opportunità di una riscrittura di alcune regole, come ad esempio la limitazione temporale di mansioni e incarichi di particolare sensibilità, garantendone una maggiore rotazione".

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