"Pil in frenata e riforme al palo". Bonomi all'attacco del governo
Il leader di Confindustria dall'incontro promosso a Ustica attacca il centrodestra: “Il governo faccia i compiti a casa, la crescita è a rischio”
Salario minimo, Bonomi: “Alla salute dei lavoratori sembra ci pensino solo gli imprenditori”
Il presidente di Confindustria si schiera a viso aperto sulla questione controversa del salario minimo: “Sul caldo e i lavoratori abbiamo subito dato disponibilità a cercare tutte le soluzioni per intervenire su un tema importante. Va affrontato con grande serietà, sul tavolo ci sono molte soluzioni come la Cig e lo smart working. Noi siamo disponibili al confronto perché riteniamo che la salute dei lavoratori sia un bene da tutelare”, così Carlo Bonomi, all’incontro promosso da Confindustria Sicilia a Ustica.
“In tema di sicurezza abbiamo proposto fare comitati paritari per intervenire ex ante sugli incidenti. Da tre anni aspetto che legislatore e sindacati rispondano. Perché non si fa? Qual è il problema? Sembra che alla salute ci pensino solo gli imprenditori", ha sentenziato il leader di Confindustria.
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Poi la chiara esortazione a legiferare sull’istituzione anche in Italia della norma che prevede un tetto minimo di retribuzione (già in vigore nella maggioranza degli Stati europei ndr) "Si parla di un salario minimo di 9 euro, non si sa da dove sia nato questo dato. Tutti i contratti siglati da Confindustria sono sopra ai 9 euro. Questo dimostra che la contrattazione collettiva è un valore aggiunto, si ottiene di più rispetto alla decretazione".
E ancora: "Ci sono settori dove si paga poco? Si, ma quali sono? Avete paura a dirlo. Noi lo sappiamo: commercio, servizi, cooperative e finte cooperative. Perché non si fa? Si ha paura di dire chi paga poco perché quella è una base elettorale. Volete fare il salario minimo? Ma dite la verità" ha proseguito Bonomi da Ustica, aggiungendo: "Di riforme ne sentiamo parlare da 30-40 anni. Oggi c'è il Pnrr, le risorse ci sono. Le riforme quindi vanno fatte, ma non ne sento parlare".
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Salario minimo, Confindustria: “I soldi per ridurre il cuneo fiscale si trovano”
Sul deterrente per l’avanzamento del salario minimo – cioè che non ci siano le risorse economiche per allinearsi a un provvedimento simile – il presidente di Confindustria obietta: “C'è una spesa pubblica di 1.100 miliardi di euro, 14-16 mld si trovano. La riconfigurazione della spesa pubblica si può fare".
Ecco come, secondo il leader Bonomi: “Bisogna intervenire sulle famiglie sotto i 35 mila euro di reddito, con l'inflazione il loro potere d'acquisto è diminuito. Abbiamo chiesto un intervento choc da 16 miliardi, vorrebbe dire mettere in tasca a queste persone 1.200 euro all'anno in modo strutturale col taglio dei contributi al cuneo fiscale”. Secondo punto non prorogabile secondo Bonomi è: “L’intervento per stimolare gli investimenti pubblici e privati. Per questo c'è il Pnrr, da utilizzare bene.
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Pil, Bonomi: “Il governo faccia i compiti a casa, la crescita è a rischio”
Non c’è altro tempo da perdere secondo Carlo Bonomi, perché la crescita sta rallentando: "Oggi siamo messi abbastanza bene: lo avevamo detto alla fine dell'anno scorso che avremmo avuto un Pil oltre l'1% e molto probabilmente i numeri saranno quelli però la crescita sta rallentando e per questo abbiamo chiesto una politica per i bassi redditi e a sostegno agli investimenti. Nei primi quattro mesi la produzione industriale è diminuita, il commercio internazionale sta rallentando. Abbiamo una serie di indicatori che ci dicono che stiamo rallentando: se interveniamo subito ritengo che continueremo a crescere, se facciamo subito le cose che devono essere fatte, se facciamo i compiti a casa, altrimenti mettiamo a rischio questa crescita".
Questa la posizione espressa dal presidente di Confindustria, che riguardo al Pil aggiunge: "l'industria italiana ha dimostrato di essere forte, perché ha fatto i compiti a casa". "Noi imprenditori - ha precisato - abbiamo prese tre grandi sberle - le crisi del 2008, 2010 e 2011 - abbiamo patrimonializzato le nostre imprese che oggi lo sono come quelle tedesche, abbiamo investito in ricerca e innovazione e siamo andati sui mercati internazionali. Da qui nasce il grande rimbalzo dopo la crisi pandemica, non per grazia divina. Gli imprenditori italiani hanno fatto i compiti a casa e li hanno fatti bene. Quando l'economia è ripartita noi eravamo pronti” così ha concluso il suo intervento il leader di Confindustria.