Pnrr, il governo vuole rivedere il 40% dei progetti. Esclusivo

Assist dalla Francia all'Italia sulle modifiche al piano

Di Alberto Maggi
Raffaele Fitto e Giorgia Meloni
Politica

Fitto, con Meloni e Tajani, lavorano e trattano con l'Ue nel nome della flessibilità


Il 40% dei progetti del Pnrr, decisi - prima da Giuseppe Conte premier della maggioranza giallo-rossa all'epoca del Covid e poi da Mario Draghi - insieme alla Commissione europea è da rivedere e rimodulare. E' quanto Affaritaliani.it apprende da fonti della maggioranza. Si tratta di riallocare risorse, spostare fondi e in sostanza cambiare quasi la metà delle opere stabilite in origine. L'intenzione di Palazzo Chigi è quella di utilizzare tutti i soldi europei ma in in modo differente.

E un assist importante all'esecutivo arriva questa mattina da Parigi. "La Francia ha ricevuto finora circa 12,5 miliardi di euro nell'ambito del Pnrr. Accogliamo con favore la possibilità di rivedere i Pnrr per adattarli meglio alla situazione di ogni Stato membro", dice il ministro francese delle Finanze Gabriel Attal in merito alle polemiche in Italia per i ritardi sul Pnrr, e alle richieste di Roma per una maggiore flessibilità.Il punto è proprio quello della flessibilità, sulla quale stanno lavorando in particolare i ministri Raffaele Fitto e Antonio Tajani in stretto contatto con le istituzioni di Bruxelles.



"Si procede benissimo, senza difficoltà. Sento cose che non esistono".  Fitto è perentorio nel negare tensioni nella maggioranza sul Pnrr. I dubbi della Lega e le accuse delle opposizioni sui ritardi? La linea è quella della "responsabilità ma anche del realismo", ha detto il ministro per gli Affari Europei parlando agli studenti ad un incontro alla Luiss, "per cercare di cogliere per tempo le criticità". Tutto gira intorno a una parola chiave, appunto: "flessibilità". Una richiesta, al centro degli incontri  con il Commissario Ue per il Bilancio Johannes Hahn, e ribadita da Giorgia Meloni al termine del bilaterale di ieri con il premier spagnolo Sanchez. "Confidiamo - ha detto la premier - che si possa fare tutto il lavoro necessario per la piena flessibilità nell'utilizzo dei fondi esistenti" e "andare avanti su fondo sovrano, che in diversi abbiamo chiesto per favorire e sostenere le industrie europee".Un'altra partita, quest'ultima che in Europa si intreccia necessariamente con il buon esito del Pnrr.

Non lo nasconde Fitto: "Next generation è il primo esperimento di condivisione del debito a livello europeo, e ci pone di fronte a una sfida che se non dovesse essere colta metterebbe in discussione un meccanismo e per i Paesi come il nostro rappresenterebbe un limite". Quindi il concetto di flessibilità che il ministro, titolare del dossier sul Pnrr, declina così: "Non si tratta di compiere delle scelte ma di prendere atto di quello che è possibile e non è possibile fare". Del resto, ricorda, "nel regolamento di attuazione all'articolo 21 si parla della possibilità di modificare il piano di fronte a delle situazioni che ne giustifichino la scelta. Penso che quando è stato scritto nessuno potesse immaginare che in Europa sarebbe scoppiata una guerra e una drammatica crisi dal punto di vista energetico, con tutto ciò che questo ha comportato".



Quanto alle fonti di finanziamento dei progetti, "oltre ai 200 miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ci sono anche oltre 80 miliardi dei fondi di Coesione" e per il titolare degli Affari Europei "il tentativo che dobbiamo mettere in campo è quello di una visione complessiva". I ritardi? "Il Pnrr ci ha insegnato che corriamo sulle scadenze" ma questo è "il governo che dovrà dare conto di cosa è accaduto in questi 5 anni".

Anche Forza Italia conferma questa linea. I progetti inseriti nel Pnrr devono essere flessibili: Forza Italia lo chiede dall'inizio e continua a chiederlo. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani al "Tg1". "So bene che il dialogo con Bruxelles serve ma non vuol dire che se c'e' una richiesta aggiuntiva arriva un cataclisma", ha detto il ministro, confidando "nell'operato del ministro Raffaele Fitto". "I problemi vanno affrontati e risolti, come quelli delle pubbliche amministrazioni locali", ha aggiunto. "Bisognera' discutere e trattare sui progetti di Firenze e Venezia, ora la Commissione esprime delle riserve ma lavoreremo per garantire i fondi ai progetti iniziali approvati durante il governo Draghi", ha detto il ministro. E, come ha scritto Affaritaliani.it, le perplessità della Lega sull'utilizzo di tutti i fondi a debito servono a Meloni, Fitto, Tajani e al governo in generale come ulteriore strumento di pressing nei confronti della Commissione. Sempre nel nome della richiesta di una maggiore flessibilità sul Pnrr, ovvero rivdere circa il 40% dei progetti.

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