Pnrr, la Lega torna all'attacco: "Valutare altre forme di finanziamenti"

Parla Claudio Borghi, capogruppo Commissione Bilancio Senato

Di Alberto Maggi
Claudio Borghi
Politica

"Il buon senso del buon padre di famiglia dice che è giusto valutare altre forme di finanziamenti più efficienti e a condizioni migliori"


"È tutto molto semplice, non è cambiato assolutamente nulla. Noi della Lega fin dall'inizio non siamo mai stati dei fan del Pnrr e da quando è nato abbiamo sottolineato i grandi fattori di criticità che esistono". Con queste parole il capogruppo della Lega in Commissione Bilancio del Senato, Claudio Borghi, intervistato da Affaritaliani.it, torna a mostrare perplessità sul Pnrr dopo le parole di ieri del capogruppo leghista alla Camera Riccardo Molinari. "Non si tratta di una pioggia di soldi gratis, è giusto quindi cercare di capire e di gestire al meglio le criticità. Se non si spiegano, non si fa un buon servizio agli italiani. Se alcune opere vengono realizzate a metà, ad esempio, poi c'è il rischio che quei soldi debbano essere restituiti".

Borghi aggiunge: "Da economista, non solo da senatore, dico che la parte a debito del Pnrr va valutata bene rispetto ad altre forme di finanziamento. L'Europa ci presta dei soldi che dovremo restituire e non sappiamo nemmeno a quale tasso. Immaginiamo che sia un tasso simile ai Btp, ma almeno emettendo Btp l'Italia può fare quello che vuole, ad esempio abbassare le tasse, con il Pnrr invece si ricevono soldi ma altri decidono che cosa devono farci. E il rischio è quello di opere fatte di corsa e male, il tutto con l'indebitamento che rimane. Se faccio un mutuo compro la casa che voglio, non quella che vuole chi mi presta i soldi".

Ma Palazzo Chigi, quindi la premier Giorgia Meloni, ha stoppato la Lega... "Palazzo Chigi ha giustamente detto che bisogna rimodulare il piano e riallocare le somme per i lavori che hanno la priorità e si possono realizzare entro certi tempi. Non ho sottomano lo stato di avanzamento delle opere, se pensano che sia possibile bene. Ma dato che con il Pnrr prendiamo una parte dei soldi a debito, cioè in prestito, il buon senso del buon padre di famiglia dice che è giusto valutare altre forme di finanziamenti più efficienti e a condizioni migliori. È giusto quindi valutare alternative, come ad esempio l'emissione di Btp. Se Conte quando era premier avesse emesso 200 miliardi di euro di Btp a tasso zero, che sarebbero stati comprati quasi tutti dalla Bce, non sarebbe stato meglio del Pnrr? Non avremmo avuto alcun vincolo e con quei soldi avremmo potuto fare ciò che vogliamo", conclude Borghi.

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