Ponte sullo Stretto, lite FdI-Salvini. Foti: “Dubito via ad appalti nel 2024”
Il vicepremier leghista: “I lavori partono in estate”
Matteo Salvini e Fratelli d’Italia si muovono su ritmi diversi per l’opera sullo Stretto
Crepa sul Ponte e nella maggioranza di Centrodestra. Matteo Salvini e Fratelli d’Italia si muovono su ritmi diversi per l’opera sullo Stretto che il ministro delle Infrastrutture continua a portare come bandiera del suo dicastero.
A frenare sono gli alleati di governo di sponda meloniana. E lo fa presente subito il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti: “Allo stato mi pare che non abbiamo un progetto esecutivo, poi io non mi occupo della progettazione. Prudenzialmente posso pensare che nel 2024 ci possa essere il progetto esecutivo”. Non i cantieri, quindi, da ciò che si deduce dalle risposte ai giornalisti che, fuori da Montecitorio, gli chiedevano un parere sulle previsioni di Salvini. E aggiunge: "Il ponte sullo Stretto in manovra? Il ponte in manovra è una spesa d'investimento e quindi penso possa essere una posta di bilancio che riguarda un programma pluriennale. Nel 2024 bisogna vedere, io dubito che saremo già agli appalti. In genere i soldi servono per la progettazione e per gli appalti, ma servono più per gli appalti, non per la progettazione".
Di diverso parere il ministro leghista, che manifesta ottimismo. "Stiamo fortunatamente, positivamente e con tanta pazienza rispettando il cronoprogramma che ci siamo dati dieci mesi fa", ha affermato Salvini al congresso dell'Ordine degli ingegneri ribadendo "l'obiettivo è aprire i cantieri, dopo 52 anni di parole, nell'estate dell'anno del Signore 2024" e la chiusura nel 2032 con il primo treno, la prima auto, la prima moto, il primo camion che attraverseranno il collegamento stabile”.