Premierato, FI: "Evitare il referendum, sistemare la legge elettorale"
Intervista al capogruppo azzurro alla Camera Paolo Barelli
"Modifiche al testo in Parlamento. Forza Italia vuole che ci sia un attento e preciso dibattito"
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"Sono scelte che vengono fatte dal ministro dei Rapporti con il Parlamento che avrà valutato quale scelta migliore partire dal Senato. Non sono decisioni che prendono i gruppi parlamentari". Con queste parole il capogruppo di Forza Italia alla Camera Paolo Barelli, intervistato da Affaritaliani.it, commenta l'avvio dell'iter sulla riforma costituzionale che introduce l'elezione diretta del premier, il cosiddetto premierato, dal Senato e non da Montecitorio.
Scelta che ha scatenato la protesta delle opposizioni. "A ognuno farebbe piacere averlo in prima lettura, ma quando arriverà in seconda alla Camera sarà comunque modificabile, se necessario e utile".
Quindi il testo uscito dal Consiglio dei ministri non è blindato...
"Certo che no, come hanno detto il ministro Casellati e anche il premier Meloni. Si vedrà durante i lavori parlamentari. Forza Italia vuole che ci sia un attento e preciso dibattito, d'altronde il testo di Casellati è già frutto di un ampio confronto. Uno dei punti chiave è la sistemazione della legge elettorale compresa la soglia di entrata al 55% del premio di maggioranza per chi vince le elezioni. Quindi serve una valutazione sul coordinamento tra il premierato e la legge elettorale. Uno dei punti chiave della riforma è la stabilità e anche evitare i cambi di casacca che nella scorsa legislatura hanno colpito duramente soprattutto il Pd e il M5S, basti pensare alla diaspora di Di Maio. È un problema che interessa quindi tutto il Parlamento, servono governabilità e rispetto pieno del voto degli elettori. E il ricorso proprio agli elettori in caso di crisi della maggioranza è proprio per tutelare questo concetto. Poi ci sono anche alcuni pesi e contrappesi da valutare bene con un ampio dibattito, compito del Parlamento".
L'obiettivo è evitare il referendum e quindi trovare una convergenza con le opposizioni in modo da arrivare alla maggioranza qualificata dei due terzi?
"Certamente sì, la soluzione migliore è quella di un testo il più condiviso possibile. Poi se ciò non accadrà si andrà al referendum". Ma Meloni non farà come Renzi nel 2016, nessuna dimissione in caso di sconfitta al referendum... "Lo ha già affermato, non esiste questo preambolo", spiega Barelli.
Potrebbero esserci conseguenze sul presidente della Repubblica con il via libera al premierato? Qualcuno addirittura ha ipotizzato dimissioni di Sergio Mattarella...
"E per quale motivo?", risponde il capogruppo di Forza Italia a Montecitorio. "Stiamo parlando dello Stato italiano e di una norma di governo che serve a garantire maggiore stabilità, non è pro o contro nessuno. Mattarella è stato rieletto a pieni voti in Parlamento e gode della piena fiducia. La riforma non riguarda certo una singola persona. La riforma serve alla stabilità politica, a evitare cambi di casacca e anche a evitare il ricorso ai governi tecnici, ma senza essere contro chi è stato premier in passato. Ad ogni modo, tengo a precisare che esiste solo positività nei confronti del Presidente Mattarella. Il Capo dello Stato gode della piena e totale fiducia della maggioranza", conclude il presidente dei deputati di Forza Italia.