Qatargate, spunta la rete segreta tra Erdogan e la società di Panzeri e Giorgi
Da un'indagine della Procura di Bologna emerge il legame tra il figlio del presidente turco e l'uomo che dava le mazzette all'ex parlamentare Ue. Le carte
Qatargate, la pista turca che aggrava il quadro e apre nuovi scenari
Lo scandalo del Qatargate continua a tenere banco ed emergono novità importanti in merito alle indagini in corso. Da un'inchiesta della Procura di Bologna spuntano le carte che provano - si legge su La Verità - i rapporti diretti tra il figlio del presidente turco Erdogan e il connazionale Hakan Camuz, l'uomo incaricato di fare i pagamenti alla società di Antonio Panzeri e Francesco Giorgi. L'intreccio di relazioni con politici, giornalisti e industriali esce sempre più allo scoperto. Dall'indagine emiliana emergono i dettagli finanziari e bancari del figlio del sultano Bilal. La società Equality dell'ex parlamentare e il suo assistente avrebbe incassato 200 mila euro già tra il 2018 e il 2019, soldi provenienti da un'altra società turca. Il flusso di denaro, poi, avrebbe cambiato rotta, con i soldi successivamente provenienti da Londra in direzione Milano.
A citare Hakan per la prima volta - prosegue La Verità - era stato Giorgi, il quale ai magistrati belgi aveva raccontato che un uomo che lavorava con il ministero del Lavoro del Qatar, luogo da cui uscivano le mazzette, lo avrebbe messo in contatto in Turchia con una persona "di origine palestinese", il quale avrebbe consigliato all'ex assistente di Panzeri di "rivolgersi ad Hakan e alla sua compagnia in Inghilterra". Camuz tra il 22 e il 23 giugno 2022, sei mesi prima dello scoppio del Qatargate, era stato avvistato all'aeroporto di Linate durante una trasferta lampo. La pista turca è considerata molto interessante dagli investigatori italiani e potrebbe aprire nuovi scenari inediti, coinvolgendo nello scandalo anche altri Paesi.