RdC, ecco la retormarcia del governo. Reintroducono lo strumento tolto

Intervento per Affaritaliani.it di Gianmauro Dell'Olio (M5S), Vicepresidente Commissione Bilancio della Camera dei Deputati

Di Gianmauro Dell'Olio (M5S) *
Politica

Sembra che colpiranno i cosiddetti “occupabili”, quelle persone che per il 70% hanno un titolo di studio che non supera la terza media


Normalmente non commento notizie lette sui media: preferisco commentare un testo, anche se non approvato dal CdM, ma che abbia la valenza di documento approntato da un ufficio, il Ministero del Lavoro in questo caso.

Però qualcosa la si può dire: anche partendo dal presupposto che siano solo indiscrezioni di stampa su una bozza, bozza che a quanto pare il Ministero sta smentendo, tale documento deve pur esistere, altrimenti vanno fatti i complimenti a chi si è inventato una sequenza così dettagliata di opzioni operative di questa nuova versione del Reddito.

Ammettendo quindi che quanto sia riportato sui media rispetti il contenuto di tale documento, il primo commento politico che si può fare è che se da un lato questa maggioranza sembra aver tenuto fede a quanto promesso in campagna elettorale (cancellazione del Reddito di Cittadinanza, operata in Legge di Bilancio 2023), dall’altro con queste “indiscrezioni” (chiamiamole così) che vanno girando si sembrerebbe ipotizzare uno strumento simile al Reddito di Cittadinanza dove però la parte essenziale, e cioè quella delle politiche attive, non sembrerebbe per niente trattata, in quanto viene reintrodotta solo la parte del supporto alla cittadinanza (che era quella parte che già funzionava nel RdC).

Pertanto per non dire che hanno ingannato i loro elettori, adesso modificano la parte del sostentamento di chi non ha nulla, e reintroducono lo strumento che hanno tolto a dicembre forse perché in quel momento serviva fare “cassa” per finanziare tanti emendamenti (si veda la questione supporto alle squadre di calcio…): non so come la prenderanno gli elettori di questa maggioranza, e sono curioso di sapere come spiegheranno tale decisione.

Di fatto, dalle notizie che si leggono, sembra che colpiranno i cosiddetti “occupabili”, quelle persone che per il 70% hanno un titolo di studio che non supera la terza media, e che questa maggioranza ritiene quasi che siano responsabili per il non voler trovare lavoro (dimenticandosi che spesso tali persone hanno anche un basso livello di competenze di lavoro): sono quelle persone che - secondo la maggioranza - preferivano stare sul “divano” invece di accettare un lavoro, ma io non sono ancora riuscito a trovare un imprenditore che mi abbia detto di aver avanzato la proposta di lavoro attraverso il Centro per l’Impiego, cosa che avrebbe fatto decurtare sin da subito il reddito al percettore che non avesse accettato l’offerta congrua… forse perché tali offerte congrue non erano?

Certo c’è chi truffa, come ci sono persone che non pagano il biglietto del bus, ma non si toglie il sistema di trasporto pubblico locale per questo motivo… piuttosto si aumentano i controlli (e a dire il vero, secondo la Guardia di Finanza, sugli 8 mld€ annui circa del RdC , l’1,4% è stato ottenuto in modo indebito….parliamo di circa 120 mln€, una cifra risibile se comparata agli oltre 100 mld€ all’anno di evasione fiscale….o di tutte le aziende che in periodo di Covid hanno dichiarato la cassa integrazione per i propri dipendenti e li hanno invece fatti lavorare…).

Sempre tali notizie riportano che serva circa 1 mld€ per “l’allargamento della platea di lavoratrici ammesse a Opzione donna e il rafforzamento delle politiche attive”. Ma Opzione Donna l’hanno affossato loro della maggioranza, in legge di bilancio, riducendo la platea da circa 30.000 donne a circa 2.900, e le Regioni, che sono i soggetti titolati a gestire i CPI, non li hanno mai davvero potenziati, nonostante gli oltre 11.000 dipendenti previsti in assunzione (non tutte le Regioni hanno completato il processo) e il miliardo di euro stanziato nel Conte I per la riorganizzazione di tali centri. E ricordo che fino a un paio di settimane fa 13 su 19 regioni e 2 province autonome erano gestite dalla stessa maggioranza che ora gestisce questo Paese.

Siamo forse l’ultimo Paese in Europa ad aver adottato una misura così importante, e questa maggioranza ha prima fatto marcia avanti cancellandola, e ora effettua una – ennesima – retromarcia, gradita in questo caso, ma che non mi aspetto sia in grado di raggiungere quell’obiettivo di tutela sociale che la stessa Europa ci ha detto dovesse essere ancora più inclusiva, anzi.

* Vicepresidente Commissione Bilancio della Camera dei Deputati

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