Renzi, boom di donazioni a Italia Viva: soldi da Lupo Rattazzi e Marcegaglia
Il bilancio del partito dell'ex premier: i costi per alberghi e ristoranti superano quelli per il personale. Tra i finanziatori, perlopiù persone fisiche
Boom di donazioni a Italia Viva: il bilancio del 2022 in passivo. Le spese dei viaggi superano quelle per i costi del personale
Boom di donazioni da parte di privati e imprese per Italia Viva, il partito di Matteo Renzi. Tuttavia, il bilancio del 2022 chiude con un passivo di 56mila euro. E' quanto emerge dall'ultimo rendiconto di Iv, riportato dall’Adnkronos, che lo scorso anno ha incassato contributi per oltre 2 milioni di euro.
Per l'esattezza, si tratta di 2 milioni 257mila 903 euro di cui 1 milione 582mila 203 euro arrivano da persone fisiche, per lo più parlamentari, 675mila 700 euro da società. Senza contare i 183mila 493 euro di "quote associative annuali", quasi un milione di euro del 2 per mille dell'Irpef e appena 1.973 euro di "proventi da attività editoriali, manifestazioni e altre attività". Un vero e proprio ‘tesoretto’, dunque, a disposizione del partito dell’ex premier, ora senatore, visti i tempi di magra dopo l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.
Scorrendo le voci del bilancio si scopre che Iv ha speso 331mila euro per "spese di rappresentanza, viaggi, trasferte, alberghi e ristoranti" e poco più di 222mila euro per il personale. "Il risultato economico negativo - si legge nella relazione che accompagna il bilancio - è dovuto in particolare modo al sostentamento della compagna elettorale per le elezioni politiche che non erano state pianificate nell'anno e che sono state convocate, infatti, in forma anticipata in conseguenza del venire meno della maggioranza politica al presidente del Consiglio Mario Draghi nell'agosto 2022".
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I finanziatori di Iv, Matteo Renzi è uno degli ultimi
Tra i principali finanziatori c'è l'imprenditore Lupo Rattazzi, figlio di Susanna Agnelli, da sempre un fedelissimo dell'ex segretario Pd, che ha versato 100mila euro "di persona". Con 50mila euro c'è Davide Serra, uno degli esponenti di spicco del cosiddetto giglio magico: il fondatore di "Algebris" è stato tra i maggiori donatori della fondazione Open, nata nel 2012 proprio per sostenere le iniziative politiche di Renzi. Con lui figura anche la moglie Anna Claudia Barassi con 40mila euro. Con un 'obolo' di 100mila euro risulta l'imprenditore monegasco di origini italiane, Manfredi Lefebvre d'Ovidio, armatore e uomo d'affari, presidente ed ex proprietario della società di crociere di lusso 'Silversea Cruises'. In lista compaiono con 30mila euro a testa l'ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e Marco Rotelli. A seguire, Guido Barilla, imprenditore della pasta, ha bonificato 10mila euro, mentre 50mila euro arrivano da Giovanni Tamburi, fondatore di Tip e tra i principali investitori privati italiani.
Insomma, nel 2020, le donazioni non sono affatto andate male, tenuto conto che Italia Viva, nata nel 2019, non ha mai ricevuto somme dal bilancio statale a titolo di rimborsi elettorali, che sono stati aboliti nel 2013. Oltre ai contributi già citati, i renziani fanno grande affidamento anache al 2 per mille. Infine, tra i parlamentari finanziatori figurano Matteo Colaninno, con 24mila 500 euro, e Maria Elena Boschi, con 15mila 329 euro. Il contributo del leader di partito, invece, ammonta a soli 8mila 500 euro.