Roma sotto assedio dagli ambientalisti, dopo i rave intervenga Piantedosi
Il ministro deve affrontare con un decreto ad hoc il problema dei blocchi stradali da parte di una associazione violenta e pericolosa
Roma sotto assedio da parte degli ambientalisti violenti, supportati anche dai movimenti politici
Oltre i rave party, brillantemente risolti dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, esiste anche un altro enorme problema che ancora non è stato considerato e che speriamo che il nuovo ministro –se ci legge- voglia affrontare magari con un decreto ad hoc: e cioè quello dei blocchi stradali da parte di una associazione violenta e pericolosa. “Violenta” perché anche distendersi per terra per bloccare il traffico è un’azione violenta nei confronti di chi la deve subire e “pericolosa” perché queste azioni possono provocare gravi incidenti.
La loro strategia è nota: si piazzano la mattina presto su strade fondamentali per il traffico romano, già notoriamente impossibile, e lo bloccano distendendosi per terra e mandando letteralmente in bestia gli automobilisti che devono andare al lavoro. Il fenomeno è ormai divenuto purtroppo ripetitivo perché la Polizia e i vigili urbani non reagiscono ancora adeguatamente e si limitano a spostare fisicamente i manifestanti dalla strada depositandoli ai bordi per vederseli poi sgattaiolare subito dopo nella stessa posizione.
I blocchi colpiscono ormai quasi giornalmente la città in tutti suoi quadranti più trafficati per ottenere il massimo effetto distruttivo. Il loro obiettivo è il Grande Raccordo Anulare ma colpiscono anche le strade interne ad alto traffico. Il questore di Roma ha emesso recentemente 11 “fogli di via obbligatori”, ma siamo certi che non serviranno a molto perché ci vuole un’azione più energica e per questo che il popolo italiano ha votato il nuovo governo.
Prima o poi, infatti, ci scapperà l’incidente grave perché la gente è esasperata e qualcuno, meno tollerante degli altri, potrebbe finire per passare sopra a qualche manifestante. Per evitare tutto questo è meglio che la Polizia intervenga subito con decisione e sfolli rapidamente con la forza questi blocchi e queste manifestazioni peraltro non autorizzate.
A tutti interessa l’ambiente e i cambiamenti climatici ma non si può prendere lo spunto da questi temi per praticare un vero e proprio terrorismo verde di cui nessuno sentiva l’esigenza in una città già sovraffollata e problematica come è la Capitale d’Italia. Occorre identificare ed agire principalmente sui capi dei rivoltosi. Ad esempio Maria Letizia Ruello è stata intervistata da una nota testata romana on – line è ha candidamente dichiarato: "Pensare che a 10 km da dove abito sono morte 13 persone per un’alluvione mi dà la forza di stare qui. A casa mia, a Senigallia, quasi non pioveva e in un'ora sono morte 13 persone. Dopo di questo, farei di tutto". La Ruello è una ricercatrice dell’Università politecnica delle Marche che ha bloccato il Raccordo anulare romano la mattinata del 19 ottobre.
Quindi è una dipendente pubblica di cui si conosce nome cognome residenza, rea confessa di un reato, cosa si aspetta a procedere? Speriamo che la signorina sia stata almeno denunciata visto che minaccia di reiterare il reato. Forse che la colpa delle piogge che hanno provocato il noto dramma è di chi sta guidando la macchina per andare al lavoro? Non è questo il modo di protestare.
Poi uno degli attivisti dichiara: "Finora un impegno concreto è stato preso solo da Europa Verde che ha firmato un accordo per portare in Parlamento le richieste di Ultima Generazione e tradurle in disegno di legge entro un mese dall’insediamento del nuovo Governo". E qui la questione si fa ancora più seria. Come può un Movimento politico parlamentare appoggiare un gruppo di violenti che non rispettano niente e nessuno?