Ruby Ter, il governo non sarà più parte civile. Segnale di Meloni a Berlusconi

Il provvedimento era stato disposto dall’esecutivo Gentiloni per il «discredito» che l’ex premier avrebbe gettato sulle istituzioni. La mossa di Palazzo Chigi

Karima El Mahroug, detta "Ruby Rubacuori"
Politica

Ruby Ter, il passo indietro del governo. Attesa per la sentenza

Dopo il successo elettorale nella maggioranza di governo sembra essere tornato il sereno tra gli alleati. Il segnale arriva dalla decisione presa sul processo Ruby Ter che coinvolge Silvio Berlusconi. Alla vigilia della sentenza - si legge sul Corriere della Sera - il governo Meloni revoca la costituzione di parte civile, decisa nel 2017 dall’esecutivo Gentiloni, nei confronti dell’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi per il quale a maggio la procura di Milano ha chiesto 6 anni di reclusione. L’accusa per il Cavaliere è di corruzione in atti giudiziari nell’ipotesi che avrebbe comprato il silenzio e le falsità di 27 tra ospiti e collaboratori, tutti imputati, che a partire dal 2011 furono chiamati a testimoniare nei processi Ruby 1 e Ruby 2 sulle cene e i dopocena osé ad Arcore.

Ieri sera Palazzo Chigi - prosegue il Corriere - ha spiegato con una nota che la costituzione nel processo contro Berlusconi era stata decisa dal governo Gentiloni con «una scelta dettata da valutazioni sue proprie, in un momento storico in cui non erano ancora intervenute pronunce giudiziarie nella medesima vicenda». Il riferimento è alla assoluzione del Cavaliere nel Ruby 1, definitiva nel 2014, e quella processo-stralcio del Ruby Ter a novembre nel tribunale di Roma, ma c’è anche un’altra assoluzione a Siena. Questo e la nascita ad ottobre «di un nuovo governo espressione diretta della volontà popolare» rendono opportuna "una rivalutazione della scelta in origine operata" in «un momento storico in cui non erano ancora intervenute pronunce giudiziarie nella medesima vicenda», afferma l’esecutivo.

Tags:
berlusconigovernomeloniruby ter