Governo, Cassese: dalle lodi alle critiche: il giurista in cerca di poltrone?

L'ex ministro per la Funzione pubblica e giudice della Corte costituzionale critica l'assenza di una strategia di politica legislativa

Di Giuseppe Vatinno
(Fonte LaPresse)
Politica

Sabino Cassese alterna qualche benevolo buffetto a molte carezze, perchè? Che cosa c'è dietro all'attacco al governo 

Sabino Cassese (87 anni) è quello che si chiama un grand commis della Repubblica. Giurista, è stato ministro per la funzione pubblica nel governo Ciampi e giudice della Corte costituzionale, oltre che docente universitario. Ma Cassese è anche un editorialista del Corriere della Sera e l’altro giorno ne ha vergato uno particolarmente ostile al governo in carica dal titolo “La moltiplicazione delle leggi, degli uffici e del personale”.

Scrive il professore: “Il 22 giugno è entrata in vigore la legge 74, di conversione del decreto-legge per il «rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche». Sono 30 articoli per 74 pagine complessive. Lo stesso giorno, il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto-legge 75, di 44 articoli, per 49 pagine, con lo stesso oggetto del precedente decreto-legge”.

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L’ex ministro, in seguito contesta che “in primo luogo, l’assenza di una strategia di politica legislativa e la mancanza di filtri, che possano depurare richieste che chiaramente arrivano a Palazzo Chigi da ogni parte. Marco Damilano, su Domani del 25 giugno scorso, ha osservato che è al governo un «partito dei ministeri con la loro atavica inerzia». E poi il gran finale caseario: “Io penso che si sia dato mano libera all’azione dei topi nel formaggio”.

In realtà, questi editoriali di Grandi Vecchi hanno quasi sempre un significato pragmatico. Si ricorderà quando Mario Monti aveva subodorato la possibilità di sostituire Silvio Berlusconi nel 2011 e aveva cominciato a scrivere editoriali su editoriali sul Corriere della Sera in cui attaccava il governo in carica e poi finì che proprio lui sostituì il premier.

Nel caso attuale non c’è pericolo che Cassese punti a soffiare la poltrona a Giorgia Meloni però c’è da chiedersi il perché di questo attacco così strutturato e di quella frase così pesante e se vogliamo fuori dall’aplomb diplomatico che un ex ministro della Repubblica e “uomo di mondo” come Sabino Cassese dovrebbe possedere e cioè quella relativa alla “mano libera all’azione dei topi nel formaggio”.

A chi si riferiva Cassese? Visto che il suo scritto verte sulla Pubblica Amministrazione dobbiamo intendere che i “topi del formaggio” siano gli apparati ministeriali di punta che combatterebbero una propria battaglia indipendentemente da una visione complessiva dell’utilità pubblica.

E qui l’attacco pare rivolto appunto proprio a Giorgia Meloni che in qualità di premier dovrebbe coordinare e calmierare gli appetiti ministeriali.

Tuttavia questo editoriale smentisce tutta l’azione precedente del costituzionalista che è sempre stata a favore del governo, tanto che Giulia Merlo, in un articolo pubblicato su “Domani” il 9 maggio scorso, titolava “Sempre dalla parte del potere, Cassese è il vero garante del governo”.

Cassese diceva di Meloni ad inizio legislatura: “È da trenta e lode”. Prosegue la Merlo: “Da abile annusatore del vento politico, Cassese aveva iniziato la sua rotta di avvicinamento già nel dicembre 2021. Applauditissimo ospite all’edizione invernare post Covid di Atreju, la festa di Fratelli d’Italia, proprio in quella sede Cassese aveva sottoscritto la proposta presidenzialista del futuro partito di maggioranza relativa.

Oggi, a sei mesi dall’insediamento del primo esecutivo Meloni, Cassese ne è il cantore istituzionale: alterna qualche benevolo buffetto a molte carezze, instancabilmente ne riporta le asperità nei binari di una narrazione istituzionale, silenziosamente lo legittima ma allo stesso tempo si adopera per modellarne gli orientamenti.

Da ultimo, prendendo il timone del passaggio più delicato della riforma istituzionale dell’autonomia con un ruolo di presidente del Clep, il Comitato di 61 esperti per l’individuazione dei Livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali. All’inizio il costituzionalista era scettico rispetto alla riforma delle autonomie targata Lega, lentamente i suoi giudizi si sono fatti meno severi”.

Dunque qualcosa Cassese ha ottenuto, la guida dei saggi del Clep, ma probabilmente l’ha considerato un contentino e roba di poco conto per un ex ministro. E così uno di quei buffetti di cui parla la Merlo si è trasformata in una legnata al governo.

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