Salario minimo, opposizioni unite. Svolta politica, ma Renzi si chiama fuori
Svolta politica, per la prima volta le opposizioni (tranne Italia Viva) presentano insieme una proposta di legge
Salario minimo non inferiore a 9 euro all'ora
Le opposizioni (tranne Italia Viva di Matteo Renzi), divise su molti argomenti (guerra in Ucraina in testa) trovano un accordo e presentano in Parlamento una proposta di legge unitaria per introdurre in Italia il salario minimo non inferiore a 9 euro all'ora. Si tratta di una svolta importante perché è la prima volta che le minoranze riescono a trovare un'intesa nei fatti e si muovono nelle istituzioni in modo coeso.
L'assenza del partito dell'ex premier Renzi, però, segna un'ulteriore rottura nell'ex Terzo Polo. Nonostante la pesante sconfitta alle elezioni in Molise, arriva un altro tassello importante nel percorso di unità tra Pd e M5S e, almeno su questo argomento, Azione di Carlo Calenda sta con Schlein e Conte.
"Trattamento economico complessivo non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi", a ulteriore garanzia una soglia minima non inferiore a 9 euro l'ora, giusta retribuzione non solo per i lavoratori subordinati ma anche per parasubordinati e lavoratori autonomi. Questo prevede la proposta di legge sul Salario minimo annunciata dalle opposizioni in una nota congiunta e che sarà depositata nei prossimo giorni alla Camera.
“La necessità di un intervento a garanzia dell’adeguatezza delle retribuzioni dei lavoratori, in particolare di quelli in condizione di povertà anche per colpa dell’inflazione, è un elemento qualificante dei nostri programmi elettorali - affermano Giuseppe Conte (Movimento 5 Stelle), Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana), Matteo Richetti (Azione), Elly Schlein (Partito Democratico), Angelo Bonelli (Europa Verde) e Riccardo Magi (+Europa) -.
Per questo abbiamo lavorato a una proposta unica che depositeremo alla Camera nei prossimi giorni. Vogliamo infatti sottolineare con forza la comune convinzione che è giunto il momento di dare piena attuazione all’articolo 36 della Costituzione che richiede che al lavoratore sia riconosciuta una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto e sufficiente a garantire un’esistenza libera e dignitosa per sé e per la propria famiglia".
La proposta - secondo quanto spiega la nota - prevede che: al lavoratore di ogni settore economico sia riconosciuto un trattamento economico complessivo non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative, salvi restando i trattamenti di miglior favore; a ulteriore garanzia del riconoscimento di una giusta retribuzione, venga comunque introdotta una soglia minima inderogabile di 9 euro all’ora, per tutelare in modo particolare i settori più fragili e poveri del mondo del lavoro, nei quali è più debole il potere contrattuale delle organizzazioni sindacali; la giusta retribuzione così definita non riguardi solo i lavoratori subordinati, ma anche i rapporti di lavoro che presentino analoghe necessità di tutela nell’ambito della parasubordinazione e del lavoro autonomo; conformemente anche a quanto previsto nella direttiva sul Salario minimo, sia istituita una Commissione composta da rappresentanti istituzionali e delle parti sociali comparativamente più rappresentative che avrà come compito principale quello di aggiornare periodicamente il trattamento economico minimo orario; sia disciplinata e quindi garantita l’effettività del diritto dei lavoratori a percepire un trattamento economico dignitoso; sia riconosciuta per legge l’ultrattività dei contratti di lavoro scaduti o disdettati; sia riconosciuto un periodo di tempo per adeguare i contratti alla nuova disciplina, e un beneficio economico a sostegno dei datori di lavoro per i quali questo adeguamento risulti più oneroso.